In Santa Fede si celebra Ildegarda di Armando Caruso

Spettacoli Cronaca Nell'Abbazia romanica di Cavagnolo risuona il «Canto delle pietre» In Santa Fede si celebra Ildegarda Con il «FùrFruhe»; venerdì a S. Nazzaro Sesia Il fascino dell'italica storia e dell'antica Europa conquista tutti: sabato scorso nella splendida Abbazia romanica di Santa Fede a Cavagnolo (XII secolo), l'Ensemble Fùr Fruhe Musik celebrava l'arte e la spiritualità di Ildegarda di Bingen. Trecento persone gremivano la chiesa e trecento nel piazzale sfidavano il cielo minaccioso per ammirare uno dei portali più preziosi di quell'epoca ed ascoltare il suono del salterio tedesco, dell'arpa gotica, delle due viele (una a tre corde e l'altra a cinque corde), del flauto dritto e del canto del quartetto: basso, tenore, baritono, soprano. Un canto ora elegiaco, ora persin ironico, reso con la perfezione e il rigore che soltanto artisti avvezzi alla ricerca possono rendere. Era «Il canto delle pietre», ideato da Italo Gomez, fatto proprio in Piemonte dall'assessorato alla Cultura della Regione, che ne cura con affetto la parte storica e l'esecuzione musicale. «Il canto delle pietre» coniuga architettura e musica antica: l'una senza l'altra, forse, sarebbe un corpo mutilato. Invece nelle navate dell'abbazia che è di proprietà dei Padri Taristi, le armonie dell'Ensemble si diffondevano e suscitavano emozione. Che differen- za, ci sia consentito dirlo, con le altre manifestazioni musicali: un pubblico colto che osservava minuziosamente capitelli e rosoni, analizzava persino le crepe dei muri e intanto ascoltava rapito i canti di Ildegarda. Una splendida donna doveva essere questa musicista-letterata di cui si conoscono le opere e il cui canto liturgico assume valori altissimi. Vale la pena di ricordare il nome dei musicisti-celebranti che vorremmo risentire in altre occasioni. Sono Sabine Lutzenberger, Hans Ganser, Rainer Herpichbòhm, Heinz Scwamm, depositari di una verità letteraria e musicale sconfi- nata. Cantano a cappella, con il solo ausilio di un orecchio assoluto e suonano almeno due strumenti. Il basso è anche il musicologo che regge le loro sorti: una voce calda, intonatissima. Soprano e tenore hanno una funzione centrale nel canto in «Verba bucinate», sequenza melodica di «Mittit and Vinginem», mentre gli ar- monici e del basso e del baritono costituiscono un «continuo» ricco di frequenze sonore scure e vellutate. L'ensemble svela i segreti dell'armonia: quattro tonalità diverse fuse per un'unica estasi. Venerdì alle 21, il terzo «Canto delle pietre» a San Nazzaro Sesia, nell'Abbazia di San Nazzaro, ci ritufferà in uno dei più bei monasteri medioevali con il Salzburger Virgilschola. Armando Caruso 5 La splendida Abbazia romanica di Santa Fede a Cavagnolo del XII secolo

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