Amleto e le telecomunicazioni; non si gioca con gli animali selvaggi di Filippo Ceccarelli

Amleto e le telecomunicazioni; non si gioca con gli animali selvaggi lettere AL GIORNALE Amleto e le telecomunicazioni; non si gioca con gli animali selvaggi Una rivista disinteressata L'articolo scritto da Filippo Ceccarelli (La Stampa del 30 maggio) per annunciare la nascita di Telèma, la nuova rivista di divulgazione scientifica e dibattito culturale edita dalla Fondazione Bordoni e da me diretta, contiene una notizia non vera, alcune imprecisioni e qualche deduzione che hanno stravolto il significato di questo avvenimento editoriale, meritevole di più attenta e seria valutazione. La tesi di Ceccarelli è che Telèma sarebbe qualcosa di molto diverso da quello che appare ed è. Non sarebbe, cioè, una disinteressata rivista di studio sui progressi e sui problemi della telematica e della multimedialità, bensì uno strumento politico di cui le maggiori aziende italiane del settore («in ballo ci sono interessi colossali»), vorrebbero o potrebbero servirsi, con il benestare del governo Dini, anche per favorire una intesa tra ex democristiani e progressisti. Per cercare di dimostrare la fondatezza di questa ipotesi, Ceccarelli suggerisce, due falsi sillogismi. Il primo è questo: 1) Lamberto Cardia, Presidente della fondazione Bordoni, e Ignazio Contu, direttore di Telèma, sono due stretti collaboratori di Dini; 2) Telèma sottende e nasconde un preciso disegno politico-imprenditoriale; 3) dunque, Palazzo Chigi è l'ispiratore di questo disegno o quanto meno lo incoraggia, tanto è vero (questa è la notizia totalmente falsa) che Dini ha dato «il nulla osta» alla sua nascita. Il secondo sillogismo si articola così: 1) Cardia e Contu sono stati collaboratori di Fanfani e alcuni studiosi, in passato vicini alla sinistra democristiana e al pei, fanno parte del comitato scientifico di Telèma; 2i il disegno di Telèma, come è evidente, ha il sostegno di Palazzo Chigi; 3) dunque, il governo Dini è favorevole alla «alleanza telematica tra ex democristiani e centro-sinistra». Se Ceccarelli si fosse preso la briga di consultare fonti più recenti, vicine e attendibili e avesse sfogliato in maniera meno affrettata la rivista, avrebbe po- tuto accertare alcuni fatti, che confutano tutte le sue illazioni. Eccoli: a) la Fondazione Bordoni mi ha chiesto di progettare e dirigere la sua nuova rivista non per le mie attitudini e frequentazioni politiche, bensì perché sono considerato, a torto o a ragione, un giornalisa esperto di editoria; prima di Telèma ho già diretto, fra l'altro, alcune pubblicazioni di qualche successo, tra cui una rivista di divulgazione scientifica abbastanza nota, come Scienza e vita; b) dopo una trattativa avviata molti mesi prima, la decisione di farmi dirigere Telèma (come risulta dai verbali a disposizione) è stata presa formalmente dal Consiglio di Amministrazione della Fondazione Bordoni nell'autunno del 1994; perciò quando nessuno poteva immaginare, neppure lontanamente, che Lamberto Dini sarebbe diventato presidente del Consiglio dei ministri, Lamberto Cardia suo sottosegretario e io un suo consigliere; c) Telèma non è sponsorizzata da alcuno. E' finanziata con un modesto stanziamento di bilancio della Fondazione Bordoni. I vertici delle dieci aziende pubbliche e private che da sempre sono soci della Fondazione hanno appreso che Telèma sarebbe nata quando hanno ricevuto l'invito alla presentazione del primo numero della rivista; d) il presidente Dini, assolutamente estraneo a questa iniziativa editoriale, non ne sapeva nulla; gliene ho parlato per la prima volta soltanto il 18 maggio, per annunciargli l'imminente uscita della rivista; in precedenza non avevo mai avuto motivo e modo per farlo; se ne è rallegrato e me ne ha augurato molto cordialmente il successo; e) tra i 20 notissimi studiosi che fanno parte del Comitato scientifico di Telèma, oltre ai 4 o 5 che sono stati identificati da Ceccarelli come progressisti di sinistra o di centro-sinistra ce ne sono molti altri che certamente (o presumubilmente) non lo sono affatto; in ogni caso le loro personali propensioni politiche sono totalmente indifferenti all'editore e al direttore della rivista; tutti sono stati invitati a garantire l'assoluta «neutralità» e il rigore scientifico di Telèma esclusivamente per la specifica autorevole competenza che a ciascuno di essi (basta leggerne l'elenco) è universalmente riconosciuta nei vari campi di indagine che sono propri di una seria rivista come Telèma si propone di essere: luogo di dibattito e di riflessione, non «salotto» di qual¬ che «cartello», o altro. Ignazio Contu, Roma Mai come nel caso delle telecomunicazioni viene da osservare, con Shakespeare: «Vi sono molte più cose tra cielo e terra, Orazio, di quante non ne sognino i filosofi» (Amleto, atto I, scena V). [f. cec.l Restituite quelle bestie alle loro savane Purtroppo un bambino a Torino è stato gravemente ferito dal morso di uno scimpanzé imprigionato nella gabbia di un circo. Facciamo i più affettuosi auguri al piccolo per una rapida guarigione e, nello stesso tempo ci auguriamo che le auto¬ rità politiche competenti risolvano finalmente all'origine il grave problema della pericolosità degli animali selvaggi, restituendo al più presto questi animali alle loro foreste ed alle loro savane. Sarebbe molto positivo che la nostra Provincia prendesse iniziative concrete. Ricordiamo che alcuni circhi importanti hanno recentemente rinunciato allo sfruttamento ludico di animali non domestici. Secondo Guaschino Casale Monferrato (Al) Leg ambiente Con De Gasperi bianco fiore addio Si paventa la resurrezione, non quella di Lazzaro di Betania risuscitato da Gesù quattro giorni dopo la sua morte, ma quella della democrazia cristiana, ormai ibernata in uno stato di letargo voluto dalla volontà popolare. Giammai vogliamo, per il bene del Paese, una riedizione della dicci con le vecchie fallite figure, propense al riassorbimento degli screditati tangentopolisti. No, proprio no. Le cose vecchie vanno al macero per il progressivo deterioramento morale subito negli anni, ormai incapaci della primitiva integrità. Si è perduta la credibilità che De Gasperi ha portato avanti negli anni quando il «bianco fiore simbolo d'amore» con la sua verginità si era, più o meno, stabilmente radicato in Italia. Quel bianco fiore sovvertito storicamente dall'insano atteggiamento dei disfattisti cresciuti nel partito con meschina malevolenza, motivo di danno continuo irreparabile e fatale. Michele Galasso S. Vito dei Normanni (Brindisi) La «scemocrazia» degli scioperi selvaggi Un plauso ai sindacati Cgil Cisl Uil (mi riferisco all'articolo de La Stampa del 20 maggio) che, dopo avere sbandierato ai quattro venti lo sciopero del personale viaggiante delle Ferrovie, lo han¬ no poi revocato nella tardissima mattinata del 20 stesso, ossia all'ultimo momento, per intenderci, con la sensazionale notizia bontà loro - che detto sciopero sarebbe stato rinviato al sabato successivo. Ma, c'è un però... Questi signori hanno forse pensato ai molti viaggiatori che a causa dello sciopero programmato si erano già imbarcati nel viaggio di ritorno e ai molti altri che avevano precedentemente desistito dal viaggiare in treno? Non è dunque stata una solenne buggeratura? Un'altra pagina de La Stampa dello stesso giorno diceva, giustamente, che questi scioperi provocano paura ed incertezza nei cittadini. Io direi che si tratta, fra l'altro, di sottile «perfidia». Questa non è democrazia. Questa è scemocrazia, l'arte di prendere per i fondelli il prossimo. La democrazia è ben altro. La democrazia consiste, sì, nel far rispettare i propri diritti, nell'osservanza però rigorosa del diritto degli altri. Gli scioperi senza regole sono una forma bieca e selvaggia di rivalsa dei deboli sugli ancora più deboli, tant'è che nelle nazioni storicamente civili lo sciopero costituisce l'eccezione, non la regola. Riepilogando: prima di Pasqua due scioperi (sabati e domeniche) delle Ferrovie, di cui uno poco prima delle elezioni, che il ministro competente è riuscito a far rinviare, forse per grazia ricevuta, a una data ulteriore; dopo Pasqua altri tre scioperi con scadenze bisettimanali. Ma è mai possibile sapere chi è che governa in Italia? Domanda naturalmente retorica. E mentre i mass media continuano a rintronarci le orecchie di par condicio, di elezioni, di diritti lesi, di difesa dei più deboli ecc., il povero Pantalone continua a subire e ad essere bellamente gabbato, schiacciato dal carro della demagogia che marsupiali litigiosi fanno a gara nel contenderselo. Lettera firmata, Winterthur

Luoghi citati: Betania, Brindisi, Italia, Roma, Torino