le ultime parole a Norimberga

le ultime parole a Norimberga le ultime parole a Norimberga Col cappio al collo: «Viva la Germania!» L'ESECUZIONE DEI CRIMINALI DI GERRA IMOSCA L Tribunale militare internazionale istituito dagli Alleati dopo la vittoria nella seconda guerra mondiale giustiziò per impiccagione i maggiori criminali di guerra. Fra i condannati ci furono Goering, Sauckel, Seyss-Inquart, Jodl, Kaltenbrunner, Keitel, Ribbentrop, Rosenberg, Streicher, Frank e Frick (Bormann non fu mai catturato). Tutti firmarono una petizione per chiedere clemenza, almeno per quanto riguardava il metodo di esecuzione. A tutti la clemenza fu negata. Il Tribunale creò una speciale sottocommissione composta da quattro ufficiali per far eseguire la condanna a morte: i generali di brigata Walsh (Gran Bretagna), Morel (Francia) e Rickard (Stati Uniti) e il maggiore generale Malkov (Unione Sovietica). Loro compito era quello di organizzare e controllare le esecuzioni. Fu deciso di invitare del personale militare americano per far eseguire le condanne. Dagli Stati Uniti arrivarono degli specialisti per preparare la sinistra procedura. Si stabilì che fare dei cadaveri. Sarebbero stati cremati, poi le ceneri sarebbero state disperse in segreto. Furono costruiti forche e patiboli con apposite botole, da aprire dietro ordine del direttore delle esecuzioni. Quest'ultimo, il sergente americano John Wood, preparò le corde con i nodi scor- SOI. Il 15 ottobre 1945 i cappi furono installati nella palestra della prigione di Norimberga. La commissione ispezionò il luogo delle esecuzioni e le botole furono provate con un peso di duecento chili. Più o meno a questo punto le guardie scoprirono il suicidio di Goering. Aveva ingerito del veleno che aveva nascosto nell'ombelico. All'esecuzione assistettero 42 persone, fra cui sacerdoti, medici e giornalisti americani, britannici e francesi. I condannati vennero svegliati a mezzanotte. Alla presenza dei preti, il capo-guardiano, il colonnello americano Andrews, lesse loro la senten- za di condanna a morte. Poi i condannati furono scortati all'edificio delle esecuzioni. Qui, la faccia di ogni condannato veniva illuminata per procedere all'identificazione. Poi lo si faceva salire sul patibolo. Il primo a essere giustiziato fu Ribbentrop. I soldati americani lo portarono su a forza di braccia; teneva la testa reclinata all'indietro, lo sguardo era fisso. La scorta portò Ribbentrop sui tredici scalini del patibolo e lo girò con la faccia verso i presenti. Poi Wood gli sistemò il cappio attorno al collo. A Ribbentrop fu chiesto se voleva dire le ultime parole. Era stata dato ordine di raccogliere le ultime dichiarazioni dei condannati con il cappio attorno al collo. Ribbentrop gridò: «Dio onnipotente, salva la Germania! Abbi pietà della mia anima!». Quando ebbe finito, Wood gli coprì la faccia con un cappuccio. Il prete recitò una preghiera, il boia tirò la leva e Ribbentrop cadde nella botola. La corda si tese e tremò. Gli altri criminali di guerra vennero impiccati nella medesima maniera. Venivano impiegate due botole: mentre una veniva usata per un'esecuzione, un cadavere veniva rimosso dall'altra. Sul patibolo i condannati dissero le frasi seguenti. Streicher: «Ora vado a raggiungere Dio. I bolscevichi un giorno impiccheranno anche te, Adele, povera moglie mia». Sauckel: «Dio salvi la mia famiglia». Seyss-Inquart: «La mia fede è la Germania». Keitel: «Due milioni dei miei soldati sono morti per la patria. Seguo le orme dei miei figli. Grazie!». Kaltenbrunner: «Germania! Sii felice!». Rosenberg: «No!». Jodl: «No!». Frank: «Chiedo all'Onnipotente di accogliermi nel Suo grembo». Frick: «Lunga vita alla Grande Germania!». I corpi rimanevano appesi finché gli esperti non dichiaravano avvenuta la morte. Anche il cadavere di Goering fu portato nell'edificio delle esecuzioni. Dopo l'operazione, i corpi venivano messi in casse con vestiti, corde e cappucci, e venivano fotografati. Le esecuzioni richiesero circa tre ore. I resti dei maggiori criminali di guerra vennero portati in segreto a Monaco, dove furono inceneriti nel locale crematorio. Soltanto un dipendente del crematorio era al corrente di chi fossero quei cadaveri. Agli altri fu detto che si trattava di vittime di incidenti stradali. Quella notte le ceneri furono presentate ai membri della commissione. Essi decisero di disperderle nel fiume, in un posto noto solo a loro. II comunicato ufficiale disse, «I corpi dei maggiori criminali di guerra, giustiziati il 16 ottobre, sono stati cremati e le ceneri disperse nel vento in segreto». Mikhail Likhachev Copyright «Moskovskie Novosti» e per l'Italia «La Stampa»