Un mezzo italiano fa arrossire Becker

Parigi: la Serra Zanetti resiste solo 38' alla Martinez. Oggi Furlan cerca un posto nei quarti Parigi: la Serra Zanetti resiste solo 38' alla Martinez. Oggi Furlan cerca un posto nei quarti Un mezzo italiano fa arrossire Becker Vince Voinea, romeno di Perugia PARIGI DAL NOSTRO INVIATO Mamma Arianna era seduta nella tribuna degli ospiti, papà Alessandro stava tre file più sotto. Ma la cabala stavolta non ha funzionato. Adriana Serra Zanetti ha lasciato il campo dopo appena 38 minuti. Nemmeno il tempo di capire quel che le era successo. In tutto ha messo insieme la miseria di 18 punti, compresi quelli del game, primo e ultimo, che Conchita Martinez le ha graziosamente concesso sul 5-0 del secondo set, dopo aver permesso alla povera Adriana, ieri in stato confusionale, di salvare due facili match point. La corsa è finita così, con un mezzo cappotto che la ragazza di Modena ha accettato con sorriso spento. Ha anche pianto. Aveva la voce roca. «Meno male che non sono Pavarotti». Adriana, dopo il match con la tedesca Martinek, ha avuto un po' di febbre. Ieri stava poco bene, ha spiegato, ma dal momento che sa quel che dice non ha voluto soffermarsi troppo sul particolare, certamente vero ma assai poco rilevante. «Ho fatto una brutta figura perché non ero concentrata, e contro Conchita dovevo esserlo al massimo: insomma, non ci credevo molto», ha aggiunto dando una spiegazione più logica della partita, la quale a ben vedere non ò stata nemmeno una partita, degli ottavi di finale, poi, ma una specie di allenamento della spagnola, alla sua 23a vittoria consecutiva sulla terra. Conchita Martinez, oggi, sul rosso è la migliore del mondo e nessuno onestamente si aspettava il miracolo: ma vedere Adriana cadere così, senza lot¬ tare, cacciando fuori ogni palla, timida come un anatroccolo, ci ha lasciato una sensazione strana, a metà fra la delusione e la tenerezza. Con diversa disposizione d'animo, pensiamo, è stata accolta l'uscita nei sedicesimi di Boris Becker, numero 3 al mondo, davanti al romeno Adrian Voinea, numero 128, qualificato, che vive a Perugia e può vanlare nel suo scarno pedigree una vittoria nel Challenger di Malta. «Ho perso contro uno di cui non avevo mai sentito parlare», ha detto Becker. E questa non è la sola cosa discutibile, per non dire spiacevole che il tedesco, ormai sulla strada di Jurassic Park, ha esternato dopo la sconfitta. La partita era la prosecuzione del match interrotto sabato con il romeno in vantaggio di due set. Una sospensione con giallo. Era scuro e piovigginava, l'altra sera, ma sugli altri campi si continuava a giocare. Il supervisor ha fermato il match alla fine del secondo set. Becker aveva già messo la sacca a tracolla avviandosi verso gli spogliatoi, quasi fosse stato lui a decidere, Voinea ha chiesto cosa stesse succedendo sugli altri campi. «Il supervisor mi ha detto una bugia, che nessuno stava giocando: poi, arrivato nello spogliatoio ho visto Chesnokov in tivù e ho capito di essere stato ingannato», ha detto il giovane Adrian. Lui, è ovvio, voleva continuare. «Sì, l'hanno imbrogliato», ha confermato Becker. Ma ha aggiunto che l'incontro non doveva nemmeno cominciare. «Ci hanno fatto aspettare fino alle 7,25, poi uno è venuto a dirci che dovevamo giocare. Pioveva ed era buio, dopo il riscaldamento le palline erano marroni, il campo non era stato coperto nelle ultime ore: la verità è che il match doveva essere rinviato». «I migliori, fra i quali ci sono anch'io, dovrebbero sempre giocare in condizioni perfette», ha detto ancora Becker. E fin qui ci siamo. Il resto però non quadra: al mondo non esistono solo i migliori. «Noi ci distinguiamo dagli altri perché tiriamo forte e sulle righe, se invece le condizioni sono pessime, siamo costretti a fare come tutti, a colpire alto e centrale: in questo modo possono giocare in 150». E fra costoro anche il giovane Adrian, è evidente, che dopo essere stato fermato dall'oscurità, o dalle pressioni di Becker, ha approfittato ieri della lentezza del mammut biondo per chiudere il conto al quarto set dopo aver ceduto il terzo. Becker era una bestia. «Ho sempre pensato che Becker fosse il migliore, come giocatore e come uomo», ha detto Voinea. Anche lui, nel suo piccolo aveva un rospaccio in gola. «Adesso ho cambiato idea. Ha cercato in ogni maniera di intimidirmi. Sul 3-3 del terzo set sono stato costretto a tirargli addosso o lui mi ha detto una cattiveria in tedesco. Non ho capito cosa, ma lo sguardo era molto duro. Più tardi l'ha fatto di nuovo. Per me è stato triste rendermi conto che avevo sbagliato a giudicarlo». Negli ottavi, oggi, Voinea incontrerà Chesnokov. Abbiamo un mezzo italiano in più. Quello intero, Renzo Furlan, giocherà con l'australiano Scott Draper. I quarti sono dietro l'angolo, però, a differenza di Adriana, bisogna crederci davvero. Carlo Coscia COURIER FUORI Risultati. Maschile (16.mi): Voinea-Becker 6-3, 6-4, 3-6, 7-5; Bruguera-Steven 6-3, 6-2, 6-4. Ottavi: Agassi-El Aynaoui 6-4, 62, 6-2; Kafelnikov-Corretja 6-3. 6- 2, 6-2; Muster-Medvedev 6-3, 6- 3, 6-0; A Costa-Courier 6-4, 1-6, 7-6 (7-4), 6-4. Ottavi femm.: Martinez-Serra Zanetti 6-0, 6-1; Sabatini-Nagatsuka 6-3, 6-0; GrafHuber 6-4, 7-5; Majoli-Pierce 6-2, 6-3; Sanchez-Smashnova 6-4, 60; Date-Davenport 6-4, 6-3. Oggi. Ottavi masch.: ChangStich; Chesnokov-Voinea; Bruguera-Larsson; Furlan-Draper. Adrian Voinea, n. 128 al mondo festeggia il clamoroso successo su Becker, n. 3 Il romeno che vive a Perugia ha raggiunto gli ottavi dalle qualificazioni A destra, Agassi impegnato nel match vinto con il marocchino El Ayanoui

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