L'Udinese conquista la A e affonda l'Ascoli

La squadra di Galeone, che potrebbe lasciare, condanna definitivamente (5-1) i marchigiani alla serie CI SERIE B La squadra di Galeone, che potrebbe lasciare, condanna definitivamente (5-1) i marchigiani alla serie CI I/Udinese conquista la A e affonda l'Ascoli Egli ultras perdono la faccia: vergognoso lancio di sassi ASCOLI. Sassi in campo, nell'ultimo quarto d'ora, lanciati dal piazzale dello stadio dove gli ultras ascolani hanno aspettato, senza assistervi, all'ultimo crollo, contro l'Udinese tornata in A alla grande. Per l'Ascoli la caduta in serie C. Durante la bagarre il guardalinee Saia ha accompagnato gli ultimi 10' qualche metro oltre la linea, per non correre rischi. E la polizia è poi uscita alla carica, la celata dei caschi sul viso, per evitare il peggio. Qualche scontro, un ragazzo curato dal posto di servizio della Croce rossa, nulla di grave, soltanto qualche contuso. Intanto gli uomini di Galeone portavano gli ultimi attacchi sul fronte destro, dalla parte opposta alla zona d'atterraggio dei sassi, per stare al riparo. E laggiù, lontano dalla tribuna, la squadra ha fatto mucchio e festa, alla fine. Mentre i ragazzi dell'Ascoli accettavano a musi bassi un verdetto già scontato: ma chissà chi dovrà affrontare la CI. Al presidente Elio Rozzi, fratello del compianto Costantino il cui volto sorridente resta nello stadio su un grande striscione della curva, il compito di ricostruire. Ha assunto in settimana, su consiglio di Luciano Moggi, l'ex granata (prima Avellino e Napoli) Luigi Pavarese come direttore sportivo, per una risalita che si presenta molto pesante. La C è un salto in basso notevole anche nel bilancio: da 7 miliardi a 600 milioni l'incasso di partenza garantito. Un abisso fra le due cifre. I conti li fa anche Pozzo, presidente ripromosso. «Mi ha dato 15 giorni di tempo per una risposta, mi ha detto che debbo scegliere io». Così Galeone, meno gioioso di quanto ci si aspettava. Il fatto è che non sente sua questa Udinese. E lo dice, senza sorrisi: «Questa è una promozione della squiadra, e del presidente che l'ha preparata in estate. Io l'ho presa in mano dopo 11 partite (licenziato Fedele...), quando aveva ottenuto solo 2 vittorie, ma mancava solo di convinzione, di concentrazione, di fiducia in se stessa. Io ho fatto solo questo, un lavoro più psicologico che tecnico. E' la mia terza promozione, ma le altre col Pescara le ho sentite più mie, avevo fatto io le squadre, e avevo cominciato dalla C». Davvero personaggio senza veli, Galeone. Ma lei per restare cosa vorrebbe da una Udinese da serie A? «Un uomo per reparto, diciamo. Un portiere di esperienza, un difensore centrale, un centrocampista (da regia, ndr), una punta. Sapete, Carnevale è bravissimo ma un po' di gioventù non guasterebbe...». Insomma, il mister ha già le idee chiare, ma con Pozzo i discorsi di mercato sono tradizionalmente difficili. Basteranno 15 giorni per trovare l'accordo fra l'uomo del portafoglio e quello della panchina? Solo dopo il momento dei dubbi, Galeone si è sgelato un poco. «(Abbiamo un potenziale che non poteva non portarci alla promozione. Siamo più forti del Piacenza, non ci sono dubbi, solo qualche banale incidente di percorso ci ha frenati un poco. Ma 67 punti già adesso, e 60 gol, sono cifre che non hanno bisogno di commenti». E l'Ascoli, Galeone? «Non lo credevo a rischio di retrocessione all'inizio del campionato, evidentemente è successo qualche cosa nell'ambiente dopo la scomparsa di Costantino Rozzi, ricordate che per ben 23 anni lui aveva tenuto la società fra serie A e serie B. Adesso la botta è dura. La C è un pozzo nel quale si può sprofondare». E la partita? «Non c'è stata, praticamente». Ha ragione. Udinese presto in gol con Scarchilli, quindi il pareggio su autogol di Bertotto ma allo scadere del tempo già in vantaggio con il rigore di Pizzi. Regalato dall'arbitro Braschi? così per il pubblico di Ascoli, a noi è parso che Desideri avesse già mandato il pallone oltre il portiere Bizzarri prima che questi gli toccasse il piede. Poi, nella ripresa, il dilagare udinese. Poggi, Rossitto, ancora Pizzi. Quindi i sassi, i contusi, l'amarezza di Elio Rozzi. E all'uscita gli insulti della gente. Per il fratello di Costantino Rozzi, questa è un'impresa per dovere, senza passione. Ancora più dura, quindi. Si dice che fra i possibili compratori, o almeno fra i possibili rinforzi nella società ci sia anche l'industriale Roberto Benigni, la cui figlia fra poco sposerà il figlio di Carletto Mazzone. Il quale 6 disposto solo a dare consigli. Bruno Perucca

Luoghi citati: Avellino, Napoli, Pescara