Baggio: ultrà divisi di Fabio Vergnano

28 Al Delle Alpi striscioni prò e contro il Codino Baggio; ultra divisi Agnelli: «Spero cambi idea» IL FUTURO DEL FANTASISTA ATORINO. LLA festa mancava un invitato. Quando i giocatori hanno fatto il giro del campo con il tricolore, qualcuno ha pensato che dal tunnel degli spogliatoi spuntasse anche un giovanotto con il codino. Attesa inutile. Mentre l'altoparlante diffondeva le note del nuovo inno bianconero scritto da Cristiano Malgioglio e Pavarotti intonava «Nessun dorma», Baggio se ne stava rintanato nella sua casa di Caldogno, lontano anni luce dalle celebrazioni dello scudetto, assorto in pensieri per nulla festaioli. Strana atmosfera, resa ancora più particolare dalla grande scritta «Andrea nel cuore» che i giocatori hanno appoggiato a centrocampo prima di ricevere le ovazioni della folla. Un mix di emozioni forti, la conclusione di una giornata iniziata nel segno di Baggio e vissuta tutta con la sua ingombrante presenza che aleggiava sul Delle Alpi. Come promesso, i tifosi hanno fatto sentire la propria voce. Dodici striscioni, tutti sullo stesso argomento, ma con diverse sfumature. «Baggio non si tocca», «Baggio, Milano non ti merita», ma anche altri messaggi che lasciano intuire come la tifoseria non sia più così compatta sulla Baggeide. Il gruppo Area ha proclamato: meglio la Coppa Campioni che le tasche piene di milioni. Insomma c'è una spaccatura fra gli ultras, e i malumori sono saliti a galla in maniera plateale, quando in curva Scirea sono quasi venuti alle mani per lo striscione esposto dalla Vecchia Guardia che recitava: «Baggio la dirigenza ti ha offeso, noi ti amiamo, non ti curar di loro, resta con noi per noi». Fino a lunedì prossimo vivremo altre puntate del drammone. Nel frattempo si andrà avanti a chiacchiere e sospiri. Ieri Umberto Agnelli ha prima cercato di dribblare le domande su Baggio («Bello il gol di Vialli, la squadra ha onorato con una gran partita la sua grandissima annata»), poi alle insistenze ha spiegato: «Baggio è già dell'Inter? Se conosceste il regolamento, dovreste sapere che in questo momento il trasferi- mento non è possibile. Noi quindi restiamo a quello che ci siamo detti al nostro incontro e non parleremo fino al 12 giugno». Già, ma Baggio si è sfogato. «E ha fatto male». Il Codino vuole anche delle scuse. Agnelli tranquillo: «E' solo una battuta. Comunque spero sempre che cambi idea. Ma deve accettare le nostre proposte». E mentre il Dottore spiegava che nulla è cambiato, sul campo era l'apoteosi. Un grande scudetto sollevato da palloni bianconeri saliva verso il cielo, i giocatori si abbandonavano a scende di ordinaria follia per la gioia dei tifosi, questa volta rimasti al proprio posto. Nessun tentativo di scippare le traverse, né di brucare l'erba, così Vialli e C. hanno potuto pazziare in libertà, planando sull'erba in slip e maglietta, mentre Pavarotti intonava «Vincerò, all'alba vincerò». Nel putiferio anche il drammatico striscione della gente di Sardegna («Basta con i sequestri»), in ricordo di chi in questo momento non ha nulla da festeggiare. Fabio Vergnano Ecco tanti cartelli sulle gradinate che chiedono a Robi Baggio di non andarsene; ma c'erano anche tifosi con opinione opposta [REPORTERS]

Luoghi citati: Caldogno, Milano, Robi, Sardegna