Inter all'ultimo minuto di Roberto Beccantini

La Juve chiude in bellezza, i nerazzurri vanno in Coppa Uefa La Juve chiude in bellezza, i nerazzurri vanno in Coppa Uefa Inter all'ultimo minuto Genoa-Padova, spareggio-salvezza IN un colpo solo, l'Inter sfila la Coppa Uefa dalle mani rapaci di zio Vujadin e spedisce il Padova allo spareggio salvezza con il Genoa. In un colpo solo, e per giunta al di là del canonico ultimo minuto. Oltre tutte le zone Cesarini del mondo. Quella testata di Marco Deivecchio, classe '73, prodotto del vivaio, la ricorderanno a lungo almeno quattro società, dall'Inter al Napoli, dal Padova al Genoa. Non solo. I suoi effetti avranno ripercussioni devastanti su budget e progetti. Lira più lira meno, l'Europa vale fra diritti tv, incassi e incentivi degli sponsor - una quindicina di miliardi: ogni commento ci sembra superfluo. Alla lettura dei verdetti - dei quali uno solo, quello legato alla permanenza in serie A, avrà bisogno di un supplemento di pathos - i protagonisti sono arrivati attraverso un intreccio diabolico, una successione straziante, una regia tanto gaglioffa quanto sublime. Per novanta minuti, il Padova era salvo, il Napoli in Uefa, l'Inter a casa, il Genoa in B. Poi, nel giro di sessanta secondi, da un piccolo gesto atletico è scaturito il più smisurato dei ribaltoni. Siamo sinceri: l'Inter di ieri, l'Inter di questa stagione, otto punti nelle ultime sette partite, non meritava un simile prodigio. Qualcuno, adesso, tirerà fuori di nuovo la storiella dell'effetto Moratti. Operazione plausibile e lecita, a patto che, per effetto, si intenda lo stellone, il sedere, la più smaccata delle fortune. E non il fluido magnetico, l'impronta incisiva, il messaggio folgorante. Uefa o non Uefa, questa è un'Inter da rivoltare come un calzino. Moratti lo sa. Roberto Baggio e Paul Ince, sempre che ne accettino le proposte economiche, non bastano. Bisogna metter mano in tutti i settori. Il fatto che il Napoli, alla quarta vittoria consecutiva, non abbia compiuto l'ultimo dei miracoli, non ci impedisce di sciogliere inni alla sapienza casereccia di Boskov, un alle natore che, non atteggiandosi a scienziato, ma, al massimo, a stregone della porta accanto, non ha mai riscosso i legittimi encomi che, dallo scudetto del la Sampdoria in su e in giù, una critica meno conformista avrebbe dovuto tributargli. Il Genoa accenda un cero a Skuhravy e a Delvecchio. Il diritto allo spareggio non costi tuisce un sopruso, anche se il Padova - quello, almeno, ammi rato a San Siro - a noi è piaciuto tanto. Ha sorpreso e cucinato l'Inter per mezz'ora, ha timbrato un fragoroso palo sull' 1 -1, ha sfiorato il 2-2 nel concitato fi naie. Da parte sua, i! vecchio Grifo ha sfruttato, cinicamente, la pancia piena di un Toro or mai in disarmo. Gli dei, a volte, chiudono gli occhi: e distribuiscono, a caso, favori e bizze. Se il Padova resta pericolosamente in bilico, il Veneto celebra il ritorno in A del Vicenza, a 16 anni tondi dall'epopea di Paolo Rossi, mentre il Friuli fe steggia l'ascesa dell'Udinese Mors tua vita mea. Anche il cai ciò è una ruota che gira. Roberto Beccantini La Juve ha chiuso il torneo del 23° scudetto battendo il Cagliari: alla fine, gran festa (nella foto, Del Piero in trionfo)

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