Elicottero precipita nella bocca del Vesuvio

«Cancro, fondi azzerati» Napoli: i 2 feriti partecipavano a un volo di addestramento: il vento ha spinto il velivolo nel cratere Elicottero precipita nella bocca del Vesuvio Pilota e passeggero ritrovati a300 metri dal fondo: sono salvi NAPOLI. L'elicottero ronza in cima al vulcano addormentato. Il cielo è terso: da lassù il pilota e il suo compagno si godono la vista delle pinete macchiate dal giallo delle ginestre, con il Golfo di Napoli in lontananza. Il Dragon Fly ultraleggero sfiora quasi le pendici del cono, poi tenta la risalita. Ma il vento e forti correnti discensionali ostacolano la manovra: il velivolo non riesce a vincere la resistenza, perde quota, si avvita, precipita nel cratere che inghiotte i due uomini intrappolati nella cabina. Sono le 11 del mattino e nessuno è disposto a scommettere sulla vita dell'equipaggio finito nella bocca del Vesuvio. E invece, 45 minuti più tardi, con un'operazione di salvataggio che ha impegnato due elicotteri, volontari del soccorso alpino, vigili del fuoco e carabinieri, i due protagonisti di un'avventura a lieto fine sono stati trovati, feriti ma in condizioni non gravi, in fondo al burrone. Erano a 300 metri dal tappo di lava che sigilla il vulcano: intorno quel che resta del Dragon Fly, frantumato in cinque pezzi dallo schianto. Domenico Chianese, 45 anni, commerciante di elettrodomestici a Casagiove, un paesone del Casertano e il genero, Enzo Fattore, 30 anni, se la caveranno. Sono stati ricoverati nell'ospedale Cardarelli dove resteranno per una trentina di giorni. Il primo ha subito soltanto un trauma ad una gamba; il secondo contusioni in tutto il corpo ed un colpo alla testa che si è rivelato senza conseguenze. Tutti e due sono soci dell'Asso¬ ciazione Volontari Volo di Vitulazio, in provincia di Caserta, da dove ieri mattina era partito il biposto di proprietà di Chianese, insieme ad altri elicotteri per partecipare ad un'esercitazione nel Parco Naturale del Vesuvio. «Non ho ancora le idee molto chiare sul perché sia successo». Domenico Chianese ringrazia la buona sorte e racconta: «Non so, non so se c'è stato un calo di potenza del motore oppure se sono stato io a commettere qualche errore. L'elicottero, però, stava bene e avevamo già fatto una prima ricognizione». «Siamo andati lì - spiega - per la giornata mondiale dell'ambiente e non pensavo davvero che sarebbe accaduto un incidente. Tutto si è svolto in pochi, ma lunghissimi minuti. Mentre precipitavo, ho sperato di morire subito perché quello è il destino che uno si aspetta. E invece sono qui...». Quando il Dragon Fly è stato inghiottito dal vulcano, i compagni di Chianese e Fattore hanno dato l'allarme via radio. Dall'aeroporto di Pontecagnano s'è levato in volo un elicottero dei vigili del fuoco, raggiunto da un altro dei carabinieri. Alle 11,45, il primo velivolo è arrivato sulla sommità del Vesuvio, contemporaneamente alle squadre che da terra hanno organizzato una cordata nella pancia del vulcano. Un pompiere si è calato con una scala dal velivolo, costretto ad abbassarsi pericolosamente. Il genero del pilota sembrava più grave ed è stato subito agganciato ad una barella, issata nel vuoto fino a quando i soccorritori non hanno individuato uno spiazzo adeguato per il recupero del ferito. Poco dopo, è toccato a Domenico Chianese. Alle 12,45 era tutto finito. Si apre ora il capitolo delle indagini. Sull'incidente la procura della Repubblica di Torre Annunziata ha aperto un'inchiesta, anche per accertare se i due piloti dilettanti avessero comunicato il piano di volo così come previsto dalla legge. Mariella Cirillo Uno dei superstiti: «Mentre precipitavo ho sperato di morire subito» Le operazioni di soccorso degli elicotteristi precipitati nel cratere

Persone citate: Chianese, Domenico Chianese, Enzo Fattore, Fattore, Mariella Cirillo

Luoghi citati: Casagiove, Caserta, Napoli, Torre Annunziata, Vitulazio