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«Tuo padre è un carcerato? Uccidimi, così potrai vederlo» Bari: patto di morte tra due malati di mente «Tuo padre è un carcerato? Uccidimi, così potrai vederlo» BARI. «Voglio incontrare mio padre che è in carcere. Come posso fare?». «Nessuno te lo permetterà, dovresti farti arrestare. Puoi sempre uccidere qualcuno. Uccidi pure me». E' stato l'ultimo dialogo fra due amici, affetti da turbe psichiche e ricoverati in una casa-alloggio, prima dell'omicidio. Francesco Bernardi, 38 anni, è morto precipitando in una scarpata, un volo di otto metri. L'ha spinto giù Giuseppe Loseto, ventinovenne con un'ossessione: incontrare il padre rinchiuso nel carcere di Bari per concorso in violenza carnale. Bernardi ha offerto il suo sacrificio, Loseto lo ha ammazzato, poi è tornato nella struttura sanitaria gestita dal Servizio d'igiene mentale e ha raccontato ai medici, anche nei particolari, il delitto. «Sono stato io, voglio rivedere mio padre». Erano amici, vivevano insieme a Villa Ata, una casa-alloggio del quartiere Santo Spirito, alla periferia di Bari. Se ne allontanavano spesso, perciò nessuno si e insospettito quando, nei giorni scorsi, i due sono usciti. Una lunga passeggiata, almeno dieci chilometri, per raggiungere la campagna nei pressi dell'aeroporto di Palese. Loseto parlava come al solito del suo desiderio di rivedere il padre, e chiedeva consigli all'amico. Dev'essere accaduto tutto in pochi attimi. Bernardi ha detto le parole decisive, «Uccidi pure me», ed ò precipitato a testa in giù nella scarpata. Il delitto sarebbe avvenuto il 25 marzo. Quando ha fatto ritorno a Villa Ata, qualche giorno dopo, Loseto è stato dapprima in silenzio, poi gli hanno chiesto notizie di Francesco e così ha confessato. I medici hanno chiamato i carabinieri. Il corpo di Bernardi, sfigurato, era in fondo alla scarpata. Vittima e omicida erano accomunati da una storia di malattia: padre e sorella di Bernardi soffrono di disturbi psichici, Loseto ha due fratelli malati di mente. [t. a.]