Una sfida per Tosca ora sembra un film di Ar. Ca.

In scena il 9 a Torino, regista Daniele Abbado In scena il 9 a Torino, regista Daniele Abbado Una sfida per Tosca ora sembra un film TORINO. Anche se il regista Daniele Abbado s'è formato facendo essenzialmente cinema e tv, la Tosca che va in scena al Regio il 9 giugno alle 20,30 non sarà del tipo «I luoghi di Tosca» diretto da Giuseppe Patroni Griffi. Sarà comunque una Tosca diversa, moderna, proiettata verso la platea: in movimento. Non proprio cinematografica, ma quasi. In assonanza con lo scenografo Luigi Perego, Abbado ha eliminato tutto ciò che di superfluo c'è nella tradizione: via la processione, via i costumi colorati; l'azione in tutti e tre gli atti sarà circoscritta da un piano inclinato girevole. Massimo rispetto però per la partitura del grande toscano. I due «Danieli», Daniele Callegari, direttore d'orchestra e Daniele Abbado sono convinti che il compositore lucchese offra soluzioni sceniche a piene mani. Spazio dunque alle buone idee registiche, ma la musica non si tocca. Una Tosca di forte impatto emotivo: i personaggi inventati da Victorien Sardou sono espressioni di mondi troppo diversi. Scarpia, anche secondo Sherril Milnes, elegante e autorevole, «è soltanto un poliziotto crudele e timido nella vita privata che diventa aggressivo non soltanto con l'oggetto dei suoi desideri sessuali, ma anche con i suoi sgherri. Io penso a un personaggio molto sexy, ma lui non credo abbia mai offerto un fiore o un cioccolatino alla bella Flora». Tosca, secondo la splendida Maria Guleghina (che nonostante la sua voce scura svetta anche nei mi bemolle) dice: «Tosca è tenera, dolce, appassionata, innamorata del suo Mario, che adora come Dio, ed è incapace di pensare eroticamente a Scarpia, che invece odia con tutte le sue forze». Keith Olsen-Cavaradossi considera il pittore «uomo solare, che ama la vita. Un ruolo che si può cantare soltanto se si ha la musica di Puccini nelle vene. Cavaradossi ama ogni piccolo particolare. Il suo "Recondita armonia" è una "Joie de vivre". Ama Tosca con la stessa intensità con cui ama la patria». Abbado osserva che su Tosca s'è creato un equivoco: «A Puccini non interessa l'aspetto storico, bensì la sintesi del dramma umano che colora soltanto con la sua musica. Puccini era un patito del cinema, amava il movimento filmico. Abbiamo raccontato anche noi la trama come una sceneggiatura, perché Puccini possedeva una mentalità cinematografica». Callegari s'è inventato l'alba romana con campane disseminate persino in sala per ottenere diffuse sonorità. Il direttore è soddisfatto dell'Orchestra del Regio che trova in gran forma. Anche per Tosca doppia compagnia: alla Guleghina subentrerà Francesca Patanè; a Milnes il «torinese» Lucio Gallo, che s'è conquistato meriti con Abbado, Sawallisch, Muti in ruoli settecenteschi e ora tenta la cartaScarpia; Olsen sarà rimpiazzato dal tenore spagnolo Ignacio Encinas. [ar. ca.]

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