«Aids, vaccino ancora lontano»

«Aids, vaccino ancora lontano» «Aids, vaccino ancora lontano» «E la Chiesa sbaglia sui profilattici» LA BATTAGLIA DI MONTAGNIER LROMA A gerarchia della Chiesa cattolica dovrà interrogarsi sulle proprie responsabilità in merito alla diffusione di questo contagio». E' un'accusa in piena regola quella che Lue Montagnier, lo scienziato francese che per primo ha isolato e identificato il virus dell'Aids, lancia contro il Papa, che ha proibito ai cattolici l'uso del profilattico. Poi spiega: «Quando si scopre che dai 5 casi del 1981 siamo arrivati agli oltre 17 milioni di sieropositivi e ai 3 milioni di malati di oggi, quando risulta evidente che una delle principali vie di infezione è il rapporto sessuale non protetto, che il vaccino preventivo è ancora lontano e che i mezzi terapeutici disponibili hanno un'efficacia limitata, nessun mezzo di prevenzione deve essere trascurato». E ancora: «Non parlo solo di profilattico materiale ma anche di quello morale, che comporta fedeltà di coppia e cambiamento delle abitudini sessuali». Montagnier è a Roma, in Campidoglio, per presentare il suo libro «Aids: l'uomo contro il virus» edito da Giunti. Professore, perché è così difficile trovare un vaccino? «Fino ad oggi sono già stati identificati più di 1000 ceppi diversi di virus, corrispondenti a 8 o 9 famiglie. Occorreranno quindi 9 vaccini? E che succederà se le famiglie diventeranno 20? Sarebbe però un errore ancorare al vaccino tutte le nostre speranze. Una copertura della popolazione al 100% non sarà mai possibile. La vera difesa è la prevenzione». Come si spiega l'esplosione dell'epidemia? «Sono i nostri comportamenti a ri¬ svegliare questi parassiti antichi, prima in letargo. La liberazione sessuale, per esempio. Il numero dei partner è aumentato; non solo, ma le malattie sessuali sono dei cofattori che facilitano la trasmissione del virus». Quali sono le percentuali di rischio nei rapporti sessuali non protetti? «Non dobbiamo farci ingannare dai numeri: a trasmettere il contagio basta un solo rapporto non protetto. E questo avvertimento bisogna ripeterlo fino alla noia anche nelle scuole». Gli epidemiologi segnalano un numero crescente di sieropositività ira donne eterosessuali e che non hanno mai fatto uso di droga. Significa che le donne sono più esposte degli uomini? «Le donne si infettano con facilità, a causa di cofattori come l'herpes genitale, la candidosi, la clamidia e altri tipi di infezioni vaginali. A causa della loro fragilità vaginale le ragazze molto giovani sono più recettive al virus. Ma anche in menopausa le donne presentano una maggiore sensibilità all'infezione». Come giudica lo stupro commesso da un malato di Aids? «Non è uno stupro, è un omicidio». In Italia il rilascio di detenuti malati di Aids sta suscitando molte polemiche. Come vive un detenuto malato di Aids in Francia? «Viene curato nell'ospedale del carcere, opportunamente attrezzato, oppure in reparti ospedalieri specializzati esterni e convenzionati con il carcere, sottoposti a particolare sorveglianza». In Francia si denuncia una trasfusione a rischio ogni 600.000, in Italia il rapporto sarebbe più preoccupante: una ogni 80.000 o 120.000. Come si spiega? «Le due realtà sono praticamente equivalenti. Ma in Francia ci sono più donatori abituali, mentre in Italia si ricorre con maggior frequenza a quelli occasionali». [b.gh.l

Persone citate: Lue Montagnier, Montagnier

Luoghi citati: Francia, Italia, Roma