Blitz al supermarket del sangue
Trovate sacche di plasma vecchie di 10 anni, provenienti dai Paesi dell'Est e dalle Isole Vergini, pronte per l'utilizzo Trovate sacche di plasma vecchie di 10 anni, provenienti dai Paesi dell'Est e dalle Isole Vergini, pronte per l'utilizzo Blitz al supermarket del sangue Sequestrati a Padova quarantamila litri TRENTO. Quarantamila litri di sangue e di emoderivati sono stati sequestrati due giorni fa ai magazzini generali di Padova dal nucleo di polizia giudiziaria della Guardia di Finanza su ordine della procura della Repubblica del tribunale del capoluogo trentino. Si tratta - si è appreso ieri a Palazzo di Giustizia a Trento - di un sequestro probatorio nell'ambito di una inchiesta avviata oltre un anno fa dai magistrati trentini sulle modalità di raccolta del plasma e della produzione di emoderivati. In seguito alle indagini coordinate dal procuratore capo Francantonio Granerò sedici persone risultano indagate per l'accusa di epidemia colposa, tra i quali esponenti della Sanità trentina e dirigenti delle tre aziende italiane specializzate nella trasformazione del sangue in emoderivati. Nelle due celle frigorifere dei magazzini generali il pm Bruno Giardina e gli agenti della Guardia di Finanza di Trento, guidati dal colonnello Silvano Fontana, hanno ritrovato centinaia di scatoloni contenenti sangue anche raccolto in Italia, ma che in buona parte sarebbe di provenienza dei Paesi dell'Est e anche delle Isole Vergini. Alcune confezioni recavano scritte in cirillico, altre sarebbero vecchie di oltre dieci anni. La procura di Trento ha già disposto le analisi. L'inchiesta riguarderebbe le aziende Copia di S. Marinella di Frascati (Roma) e quelle del gruppo Marcucci di Lucca. Quest'ultima realtà opera in situazione di quasi monopolio in campo nazionale nella lavorazione del sangue con centri specializzati a Lucca, Siena e Rieti. La società Copia è invece specializzata nella raccolta di sangue dai vari centri regionali e nel suo trasferimento alle aziende autorizzate dal ministero a lavorarlo per ricavarne emoderivati. Come aveva chiarito tempo fa il suo legale, avvocato Fabrizio Borga, la società - unica nel suo genere in Italia - dispone di cinque automezzi frigorifero e di due depositi, a S. Marinella e a Padova, dotati di strutture specializzate per la conservazione del plasma a temperature adeguate. Sino al 1992 effettuava in provincia di Trento sia la raccolta di sangue sia la successiva consegna di emoderivati. In seguito all'approvazione della legge 107, che ha regolamentato il settore, si occupa ora esclusivamente della raccolta e trasporto del plasma. L'accusa di epidemia colposa - si è appreso successivamente - non riguarda i sei esponenti della sanità trentina per i quali il reato contestato è di abuso d'ufficio e, in un caso, di corruzione. Proprio dalle indagini avviate nella primavera dello scorso anno sugli accordi tra Provincia autonoma di Trento e Copia per la commercializzazione e la lavorazione del sangue è nata l'inchiesta che ha portato all'ingente sequestro di Padova. Un lavoro di ricerca basato anche sui dati diffusi dal ministero della Sanità dai quali emerge che 177 persone trentine hanno presentato richieste di indennizzo al ministero della Sanità dopo essere rimaste infettate in seguito a trasfusioni di sangue o utilizzo di emoderivati. Grazie alla collaborazione del nucleo di Trento di polizia giudiziaria e tributaria e del nucleo centrale della tributaria della Guardia di Finanza di Roma su richiesta della procura di Trento in questi mesi sono stati effettuati decine di controlli amministrativi e bancari in quasi tutte le regioni della penisola. Le aziende farmaceutiche Isi, Sciavo, Farma Biagini e Aima ieri sera hanno rilevato in una nota «la gravità del fatto che ancora una volta le notizie relative alle indagini in corso siano riportate in maniera parziale e tendenziosa». Secondo le aziende, ne risulterebbe «un ingiustificato allarmismo che danneggia esclusivamente i pazienti che dipendono dai prodotti in questione; farmaci che sono assolutamente sicuri, prodotti con plasma raccolto dalla regione di donatori selezionati screenati secondo tutte le metodiche più sofisticate», [r.cri] Sedici persone indagate dal giudice che ipotizza il reato di epidemia colposa Da sinistra: un laboratorio per le analisi e lo scienziato francese Lue Montagnier
Persone citate: Biagini, Blitz, Bruno Giardina, Copia, Fabrizio Borga, Francantonio Granerò, Montagnier, Silvano Fontana
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