Blitz per portare Katia in istituto

Blitz per portare Katia in istituto Catanzaro: i carabinieri, armi puntate, hanno dovuto narcotizzare i genitori Blitz per portare Katia in istituto Ha 11 anni: «Suo padre non la lascia mai uscire» CASTROVILLARI. Carabinieri, armi in pugno, che sfondano una porta a colpi d'ascia; vigili del fuoco che si calano dal tetto e fanno irruzione; medici pronti ad intervenire: l'immagine è quella di un'operazione quasi militare, alla ricerca di chissà quale bandito. Ed invece è stata la conclusione di una vicenda che ha visto, protagonista suo malgrado, una bambina di 11 anni, di Cassano allo Jonio, che il tribunale dei minori di Catanzaro ha deciso di sottrarre ai genitori e dare in affidamento. Katia è la figlia più piccola di una coppia che, sino a qualche anno fa, conduceva una vita assolutamente normale. Lui insegnante, lei casalinga. Tre figli. Poi qualcosa si è inceppato nel meccanismo mentale di lui che ha deciso di abbandonare l'insegnamento e di scegliere la strada dell'isolamento. Non esce di casa e convince anche la moglie a fare lo stesso. Pure la figlia maggiore accetta la scelta del padre. L'altro figlio, un ragazzo di 20 anni, è quello che ancora riesce a condurre una vita quasi normale uscendo di casa, anche se raramente. E qualcuno in paese dice di aver visto talvolta la moglie dell'insegnante aggirarsi per le strade di Cassano nell'ora di chiusura dei negozi. La bambina, però, non poteva sparire nel nulla: il fatto che avesse smesso da qualche mese di andare a scuola ha attivato i carabinieri. Indagini non facili, perché della famiglia dell'ex docente era come se non ci fosse più traccia. Nessuno dei vicini, hanno detto ai carabinieri, vedeva più aperte le finestre. Anzi le serrande erano sempre chiuse. Quando hanno capito che anche la bambina era stata travolta dalle manie dei genitori, i carabinieri hanno avvertito il servizio sociale comunale e, quindi, il tribunale per i minori di Catanzaro. Il quadro che è stato descritto ai giudici ha imposto una soluzione dolorosa: sottrarre la bambina ai genitori. Ai carabinieri di Castrovillari è arrivato un provvedimento da eseguire: pren¬ dere Katia e portarla in un istituto. Quando hanno bussato i carabinieri hanno sentito delle grida provenire dall'abitazione dell'ex insegnante, barricatosi in casa con il resto della famiglia. Al comandante dei carabinieri, il capitano Scibelli, è rimasto ben poco da fare. Mentre i vigili del fuoco si calavano dal tetto sui balconi della casa - al quinto piano di uno stabile del centro - per evitare qualche gesto inconsulto, i carabinieri hanno fatto irruzione in un'abitazione dall'aria resa irrespirabile per le finestre ormai chiuse da anni. I genitori hanno tentato di opporsi con tutte le loro forze, gridando e cercando di impedire ai militari di entrare nella stanza dove la figlia si era rifugiata. I carabinieri hanno dovuto ridurli alla ragione, facendo praticare loro un'iniezione calmante per evitare ulteriori problemi. Poi, via, in ospedale in attesa del passaggio della crisi. Katia è già in un istituto per minori. Diego Minuti

Persone citate: Cassano, Diego Minuti, Scibelli

Luoghi citati: Castrovillari, Catanzaro