E' di pochi scellini il prezzo di Mauthausen di Tito Sansa

Il capo della comunità: «E' un'elemosina». Polemiche anche per l'esclusione di omosessuali e zingari Il capo della comunità: «E' un'elemosina». Polemiche anche per l'esclusione di omosessuali e zingari E7 di pochi scellini il prezzo di Mauthausen Dopo 50 anni l'Austria risarcisce gli ebrei, ma solo se poveri IL COSTO DEL LAGER CVIENNA INQUANT'ANNI dopo la fine della guerra, l'Austria si è decisa a concedere un risarcimento in denaro ai suoi cittadini che furono vittime del nazismo. Un «fondo nazionale» è stato istituito dal Parlamento di Vienna al termine di un dibattito protrattosi fino a tarda notte. Contrari al risarcimento erano i cosiddetti «liberali» di destra di Joerg Haider e anche i popolari, secondo i quali «si è già pagato abbastanza» e anche i Verdi, che hanno protestato per la esiguità della somma (500 milioni di scellini, circa 80 miliardi di lire). Ma alla fine tutti, tranne i Verdi, hanno votato a favore. Il malcontento è generale, per il modo con cui i denari verranno distribuiti. Non verrà infatti dato un risarcimento a tutte le vittime del nazismo (ebrei, zingari, omosessuali, oppositori del regime) che furono privati dei loro beni, costretti all'emigrazione o deportati nei campi di sterminio) ma soltanto a coloro che, trovandosi in difficoltà economiche, ne faranno richiesta e potranno dimostrare di essere indigenti. Secondo il presi¬ dente della comunità ebraica austriaca, Paul Grosz, le vittime del nazismo vengono in tal modo ridotti al grado di «mendicanti», l'offerta è un'«elemosina». Della medesima opinione sono i Verdi, il cui portavoce Johannes Voggenhuber ha detto che l'Austria «cerca di liberarsi a buon mercato delle proprie responsabilità» e ha chiesto che vengano risarcite «tutte» le vittime del nazismo, indipendentemente dalla loro situazione attuale, con una somma uguale per tutti (70 mila scellini, pari a una dozzina di milioni di lire) e che vengano inclusi anche coloro che i nazisti perseguitarono perché gay o asociali. Il quotidiano «Der Standard» ricorda a tale proposito il caso di un certo Franz Jaegerstaetter, obiettore di coscienza, che si rifiutò di prestare servizio militare per motivi religiosi, e, dichiarato «asociale», fu fucilato dai nazisti. Il merito principale della istituzione del «fondo nazionale per le vittime del nazismo» è del cancelliere socialista Franz Vranitzky che quattro anni fa (46 dopo la fine della guerra) fu il primo a ricono¬ scere la corresponsabilità dell'Austria nei crimini nazisti. Fino ad allora l'Austria si era considerata vittima, benché Eichmann, quasi tutti i suoi più stretti collaboratori come Drunner, Globoknik e Kaltenbrunner fossero di nazionalità austriaca. Fu lo stesso Vranitzky, quattro anni fa, a proporre l'istituzione del fondo, contrastato dagli altri partiti, esclusi i Verdi. Perché ci sono voluti più di cin- quant'anni affinché l'Austria si decidesse a risarcire le vittime del nazismo? La risposta la si trova in una dichiarazione ormai storica di un ministro degli Interni, il socialista Oskar Helmer, che anni fa suggerì al governo di «tirare per le lunghe», in attesa di una «soluzione biologica», cioè che le vittime superstiti passassero a miglior vita. Erano circa 250 mila (180 mila dei quali ebrei) alla fine della guer- ra, dispersi nei cinque Continenti, oggi i sopravv/issuti dovrebbero essere all'incirca 25 mila. Circa 10 mila hanno finora chiesto un indennizzo all'Austria, ma soltanto un migliaio di richieste è stato preso in considerazione, in quanto i richiedenti sono giudicati bisognosi. Protestano contro la «vergogna» i commentatori di alcuni giornali. Anzitutto per la divisione delle vittime in «buone» e cattive» con la discriminazione degli omosessuali e di quelli che i nazisti definirono «asociali», poi per il fatto che i loro aguzzini, gli ex volontari austriaci delle SS naziste ricevono regolarmente la loro pensione dallo Stato. Il quotidiano «Kurier» ricorda la responsabilità degli austriaci, citando il «Gauleiter» nazista di Vienna, Buerckel, scandalizzato per lo scempio che nel 1938, dopo l'«Anschluss», i viennesi fecero dei beni degli ebrei, ai quali tolsero case, gioielli, automobili, pellicce, mobili, negozi. «I beneficiari di quella selvaggia "arianizzazione" sono ancora tra noi - scrive il giornale -, Il più noto è il capo dei "liberali" Joerg Haider, erede di una grande proprietà terriera in Carinzia, che nel 1941 la proprietaria ebrea fu costretta a cedere alla famiglia di Haider». Ora, finalmente, le vittime del nazismo riceveranno un riconoscimento. A condizione che lo chiedano e dimostrino di averne bisogno. «Beschaemend» (vergognoso) scrivono i giornali. Tito Sansa I liberali di Haider hanno votato contro «Si è già pagato anche troppo» Il leader della destra austriaca Haider contrario ai risarcimenti

Luoghi citati: Austria, Vienna