«Coreani, tutti nei campi. Ordine del re rosso» di Fernando Mezzetti
«Coreani, tutti nei campi. Ordine del re rosso» ESTREMO ORIENTE L'economia è allo stremo e il debole figlio di Kim II Sung vuole prevenire possibili rivolte «Coreani, tutti nei campi. Ordine del re rosso» Un milione di abitanti di Pyongyang deportati per i lavori agricoli Secondo notizie da Pechino e dalla Corea del Sud, è in corso da giorni un massiccio esodo forzato della popolazione da Pyongyang, capitale della Corea del Nord, verso le campagne. Convogli ferroviari e lunghe colonne di camion dal cassone stipato di uomini e donne, organizzate dalle forze armate, lasciano la città, coi suoi boulevard-vetrina, piazze da parata e maestosi edifici di partito e governo, per segrete destinazioni nel segretissimo interno del Paese. Secondo testimonianze di uomini d'affari cinesi e giapponesi, e comunicazioni delle poche ambasciate occidentali, è in atto una vera e propria deportazione di circa un milione di persone sui tre milioni e mezzo di abitanti della capitale. Tutti in campagna per aumentare la produzione agricola. Tutto indica che ci risiamo con certi brutali riti del comunismo asiatico: centinaia di milioni di persone negli Anni 50 e 60 in Cina trasferiti nelle campa¬ gne; Phnom Penh e le altre città della Cambogia svuotate a metà Anni 70 dai khmer rossi forzandone la popolazione verso la giungla, trasformando l'intero Paese in un campo di sterminio. La stessa segretezza che circondava Poi Pot, il capo dei khmer rossi, avvolge il leader nordcoreano Kim Chong II, sul quale si addensano però molti dubbi. Da quando nel luglio dell'anno scorso è morto suo padre, Kim II Sung, che aveva le supreme cariche di partito e di Stato, la sua figura è esaltata dalla propaganda come «luminosa stella de) partito e dello Stato» e mille altre iperboliche qualifiche: ma non ò ancora stato formalmente proclairi<ito né capo del partito né dello Stato. Segno di lotta interna, di avversione nell'apparato e nelle forze armate alla sua ascesa. Dalla morte del padre, l'erede da lui designato e che non riesce a diventare tale, si è mostrato in pubblico in rarissime circostanze. Secondo fonti diplomatiche occidentali, egli soffrirebbe di una grave forma di epilessia: le avversioni alla sua ascesa sarebbero dovute anche alla incertezza sulla sua capacità di svolgere funzioni pubbliche. La deportazione di massa in corso non sarebbe dovuta solo a maggior esigenza di manodopera per i lavori agricoli, ma a più fattori. Russia e Cina, da tempo sospesi gli «aiuti fraterni» o gli scambi basati sul baratto, esigono pagamenti in valuta pregiata per le loro forniture. Il Paese è da tempo stretto in una crisi energetica, per cui molte fabbriche nell'area della capitale sono chiuse o lavorano a bassa capacità produttiva. Feroce è la crisi alimentare, per arretratezza del sistema, mancanza di fertilizzanti e meccanizzazione. Funzionari e uomini d'affari cinesi riferiscono di situazione da carestia. Spostare un milione di persone dalla capitale in campi dell'interno vuol dire frantumare il malcontento per impedirne l'e¬ splosione. L'operazione è stata preceduta da segnali sinistri. Nelle centinaia di slogan ritualmente lanciati il 30 aprile per celebrare quest'anno i 50 anni del partito, l'agricoltura è al primo posto, con l'ordine a tutti di impegnarvisi. Il 5 maggio, il capo del partito della capitale, in un discorso, ha ammonito: «I lavoratori della capitale debbono svolgere ogni genere di lavoro agricolo, secondo i metodi della nostra ideologia, e sfruttare fino all'ultimo ogni centimetro di terra per aumentare la produzione di cereali. Coltivare ortaggi è la base per l'uso saggio di ogni spazio disponibile. Tutti i funzionari di città e di campagna debbono saper coltivare ortaggi, scientificamente, secondo i nostri principi ideologici, per aumentare la produzione e offrire in ogni stagione ogni primizia agli abitanti della capitale». Campi di lavoro per «orti di guerra». Fernando Mezzetti
Persone citate: Kim Chong Ii, Kim Ii Sung
Luoghi citati: Cambogia, Cina, Corea Del Nord, Corea Del Sud, Pechino, Phnom Penh, Russia
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