D'Alema ai giudici: non dovete strafare

«E' un errore criminalizzare tutta l'economia». Vertice segreto del leader pds con Bossi «E' un errore criminalizzare tutta l'economia». Vertice segreto del leader pds con Bossi D'Aleniti ai giudici: non dovete strafare «Tocca alla politica risolvere iproblemi del Paese» ROMA. «Occorre una netta demarcazione tra la politica e l'azione giudiziaria: è la politica che deve occuparsi di risolvere i problemi del Paese». Le parole di Massimo D'Alema suonano come una dolce melodia alle orecchie della platea dell'associazione nazionale costruttori: da tre anni, e cioè da quando è scoppiata Tangentopoli, gli appalti sono bloccati e adesso il leader del partito più vicino ai magistrati è lì a spiegare che i giudici non devono strafare. Ma il vero interlocutore del segretario del pds, quel Silvio Berlusconi a cui è diretto questo discorso, arriverà solo più tardi. E non sentirà D'Alema affermare che occorre «consentire al Paese di riprendere il suo sviluppo» e che a questo obiettivo «non si arriva criminalizzando un pezzo di economia italiana o solo la classe politica». Né lo ascolterà mentre sottolinea che «un magistrato ha il dovere di perseguire chi prende tangenti ma non può perseguire la scelta di un amministratore di costruire un ponte o una strada perché queste scelta la giudicano gli elettori». «Soluzione politica» è ormai l'equivalente di una parolaccia. Ma sul tavolo del grande accordo con la controparte per arrivare alle elezioni, il pds sembra gettare anche la carta della «giustizia». Già, la prima opzione di D'Alema resta quella del voto: il segretario del pds conti- nua a ritenere che per la Quercia sia meglio non perdere il treno per le urne, però vuole che i binari siano sicuri, il tragitto tracciato, che non vi siano scossoni o deragliamenti. E avendo ben chiaro questo obiettivo dispiega la sua strategia. Perciò, se da una parte, tenta l'intesa con la Lega, e si incontra (l'ha fatto l'altro ieri, alla Camera, per circa due ore) con Umberto Bossi, il quale in quest'occasione ha aperto al centro-sinistra; dall'altra, cerca di instaurare un dialogo, pur difficile, con il Cavaliere. Un dialogo inevitabile. Se è vero, come è vero, quello che ripete spesso il numero due di Botteghe Oscure Claudio Burlando. E cioè che «nel caso in cui il Polo continui a volere le elezioni, si va di sicuro alle urne, mentre se cambia idea la situazione si complica». E a quel punto, spiega ancora il dirigente della Quercia, «si potrebbe giungere ad un governo di larga coalizione, che però avrebbe senso solo se il Parlamento rifacesse veramente le regole, dall'antitrust alle riforme istituzionali». Ma nell'un caso e nell'altro, che si vada a votare, o che si dia vita ad una sorta di esecutivo istituzionale di tregua, la condizione principale rimane quella di instaurare un rapporto con il Polo, mettendo la sordina alle polemiche sopra le righe, tornando alla normale dialettica politica. E nella normale dialettica politica i magistrati non interferiscono. Di qui, il discorso di D'Alema su Tangentopoli. E del resto, la via d'uscita dall'«emer- genza rivoluzionaria», a onor del vero, conviene al Cavaliere, quanto al segretario del pds. E infatti il pidiessino Lanfranco Turci, ex presidente della Lega delle cooperative, interpreta così le parole pronunciate dal suo leader: «In primo luogo spiega il deputato della Quercia - gli equilibri politici non possono essere più influenzati dall'azione giudiziaria». E in secondo luogo? Esiste qualche proposta concreta? «Una strada - risponde Turci - può essere quella di una sanatoria per le aziende che, come Publitalia, hanno fondi neri. Diciamoci la verità: quasi tutte le imprese italiane hanno commesso questo peccato. E allora se queste riserve occulte non servivano a scopi innominabili, perché non pensare ad un condono fiscale? Insomma, si paga una multa salata, ma si archivia il passato. Io non parlo di colpi di spugna, però penso che come dei chirurghi dobbiamo ritagliare degli spazi in cui si possa operare per uscire dall'emergenza, per non vivere sotto il ricatto di un avviso di garanzia che può raggiungere chiunque. E credo che alla fine il discorso di D'Alema porti proprio a questo». Sì, l'uscita da Tangentopoli, può essere un punto d'incontro tra pds e Cavaliere. Ma i magistrati saranno d'accordo? Maria Teresa Meli E Turci propone una «sanatoria» per le aziende che hanno usato i fondi neri Il segretario del pds Massimo D'Alema

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