«Due dollari se leggi un libro» di Marina Verna

«Due dollari se leggi un libro» «Due dollari se leggi un libro» Paga la maestra: il bel voto non basta più TECNICHE AMERICANE WASHINGTON AI letto un libro? Dimostramelo e ti dò due dollari. Oltre, naturalmente, a un bel voto. Accade nelle scuole medie d'America, dove spopola il programma «Earning by learning» (Guadagnare imparando), finanziato da una fondazione privata per contrastare l'indifferenza per i libri, con risultati superiori alle aspettative. L'economia di mercato entra così nell'ambito dell'educazione scolastica, suscitando consensi e successi, ma anche molte polemiche. Perché ad abboccare a questo amo sono soprattutto i ragazzini poveri, per i quali due dollari costituiscono un piccolo tesoro - il record va alla dodicenne Erica Coleman, ventidue libri in dieci settimane. E perché il senso della lettura viene in qualche modo stravolto. Il meccanismo comunque funziona. E senza possibilità di imbrogli: il libro è scelto a scuola e bisogna rispondere alle domande dell'insegnante. Quanto alla ricompensa in dollari, si inserisce perfettamente nello spirito americano della libera impresa. E ha pure una sua morale: ragazzi, potete guadagnare qualcosa non solo spacciando, rubando o riscuotendo il sussidio sociale. Studiate e vi sarà dato. Per chi è regolarmente fo- raggiato dai genitori, non sono certo due dollari la carota che li fa correre in biblioteca. E infatti il 98 per cento dei ragazzi che ha accettato il patto proviene da famiglie povere, che da generazioni vivono di sussidi e si arrabattano per tirar su qualche dollaro in qualsiasi modo. Gli altri persistono nella loro freddezza verso i libri, refrattari a qualsiasi strategia di mercato. Ma non ci sono soltanto pro¬ blemi di «correttezza politica» e discriminazione tra classi sociali. La lettura che finisce in compravendita come una merce qualunque, è un evento che fa rabbrividire gli educatori più cristallini. L'Istituto di Pedagogia dell'Università di Berkeley ha così bollato i gettoni-lettura: «E' spaventoso. I bambini devono leggere i loro libri per il loro contenuto, non per i dollari. Mercanteggiare in questo modo è un atto diseducativo, ci sono ben altri modi per incentivare la lettura». Modi che sembrano però molto difficili da trovare. Tant'è che il Dipartimento per l'Educazione, lanciando il programma «Leggi e scrivi» - ogni giorno, venti minuti di esercizio, da dimostrare - non si è scostato molto nell'immaginare una ricompensa: anziché due dollari, un buono-pizza. Marina Verna Nelle scuole medie americane le maestre pagano gli studenti che dimostrano di aver letto un libro

Persone citate: Erica Coleman

Luoghi citati: America, Washington