«Scrutini o sarete multati»

Il ministro Fratóni: i docenti che scioperano saranno sostituiti e pagheranno 400 mila lire al giorno Il ministro Fratóni: i docenti che scioperano saranno sostituiti e pagheranno 400 mila lire al giorno «Scrutini, o sarete multati» Ma i professori respingono Vaut-aut ROMA. I maestri e i professori che bloccano gli scrutini di fine anno per contestare il contratto scuola per ora firmato dai soli sindacati confederali rischiano grosso, anche dal punto di vista economico: una sanzione da 100 a 400 mila lire per ogni giorno di sciopero. Lo prevede l'ordinanza del ministro della Funzione Pubblica, Frattini, pubblicata ieri in Gazzetta Ufficiale, che - richiamando la legge del 1990 sulla regolamentazione dello sciopero nei servizi - contempla anche la sostituzione degli insegnanti in agitazione con altri colleghi. E' risposta dura, dunque, alle azioni di lotta proclamate dai Cobas della scuola, per invocare la ripresa delle trattative e la modifica dell'intesa, contestata anche dal sindacato Gilda, dagli autonomi dello Snals e dall'Associazione nazionale presidi (i capi istituto scioperano per due ore il 6 giugno, ma hanno assicurato di non voler interferire col regolare svolgimento degli scrutini stessi). Sostiene Frattini: «Lo svolgimento di azioni di lotta si traduce in lesione del principio costituzionale di eguaglianza, trattandosi di agitazioni che potrebbero risolversi in grave pregiudizio degli alunni per i quali restano impediti la regolare conclusione dell'anno scolastico, o nel caso di scrutini di ammissione agli esami, il regolare svolgimento degli esami stessi». Ma i Cobas della scuola non si piegano: «Confermiamo il blocco scrutini che parte oggi - informa Giampaolo Tamburrelli -. Anzi, lo estendiamo fino al 10 giugno, per dare modo di partecipare anche agli insegnanti di quelle scuole che non sono interessate dai seggi per i referendum. Vogliamo un contratto diverso e domenica, a Roma, daremo vita ad una manifestazione di protesta. La base è con noi; a Bologna, il Provveditore agli Studi ha indetto il referendum sulla bozza firmata dai Cgil Cisl Uil. I primi dati dello scrutinio dicono che abbiamo ragione: il 90-93% degli insegnanti ha votato no». Restano sul piede di guerra anche Snals e Gilda, pur non avendo proclamato scioperi. «L'ordinanza del ministro Frattini viola palesemente la legge del '90 - sostiene Nino Gallona, per lo Snals -. Quel provvedimento non prevede il divieto di bloccare gli scrutini. Il divieto è contenuto nel protocollo ag¬ giuntivo sui "servizi minimi" firmato da sindacati e governo; ma nel maggio '92 noi lo abbiamo disdetto, motivando le decisione col blocco contrattuale allora in atto. Perciò, vale solo la legge di cinque anni fa; e non accettiamo di veder abolire il diritto di sciopero. In fin dei conti, si tratta solo di far slittare di qualche giorno scrutini ed esami: il ministro difende i diritti degli studenti o quelli di albergatori, compagnie di viaggio e altre agenzie di vacanza?». Sandro Giglioni, leader del Gilda, sposta, invece, l'attenzione suo contenuti della contestata intesa: «Sarebbe un disastro per scuola italiana non modificare la bozza del nuovo contratto». A suo avviso, questo testo «è stato voluto fortemente dai sindacati confederali e rispecchia la loro piattaforma»: «Rispecchia, cioè, una visione della scuola a metà strada tra l'insegnante-missionario, tipico del mondo cattolico e l'insegnante-impiegato, di stampo vetero-marxista. All'insegnante viene negata la possibilità di essere un professionista della formazione; la scuola assume sempre funzioni assistenziali: diventa una parrocchia in cui si accudiscono gli alunni, mentre i docenti si trasformano in tuttologi E' un invito allo strabismo professionale: si incoraggiano sempre meno, anche dal punto di vista economico, le attività legate all'insegnamento e sempre più quelle collaterali. Ci dicono che non si può sfondare il tetto di aumento del 6%; ma non è solo questione di quanto denaro viene impiegato, il problema sta soprattutto su come viene impiegato. In questo modo, si stravolge la funzione docente». Giancarlo Lombardi, ministro della Pubblica Istruzione, che nei giorni scorsi aveva ringraziato i sindacati confederali della scuola per il «senso di responsabilità mostrato in questa vertenza», ieri sembra aver teso una mano a chi contesta la bozza d'intesa: «E' stato un contratto difficile, entro dei tetti economici molto precisi e limitati ha detto a Padova -. Per quanto attiene la parte normativa è frutto di una mediazione e, come spesso accade, è stato fatto sul minimo comune denominatore, cioè sul punto più basso». E gli «Azzurri» Valentina Aprea, Giuliano Urbani ed Antonio Martino chiedono la riapertura del negoziato, [m. tor.J TASSO DI SCOLARITÀ' NELLA SCUOLA MEDIA SUPERIORE TORINO 69 AOSTA 65 MILANO 69 COMO 59 VENEZIA 65 TRIESTE 75 GENOVA 78 BOLOGNA 70 FIRENZE 70 ANCONA 83 ROMA y 67 BARI Jtk 61 CATANZARO 85 59 PALERMO ^ 56 CAGLIARI 72 ' FONTE: Rapporto Censii numero 28 [IL DATO IN PERCENTUALE INDICA IL VALORE DI FREQUENZA FATTA BASE 100 RAGAZZI TRAI ME119 ANNI]

Persone citate: Antonio Martino, Frattini, Giampaolo Tamburrelli, Giancarlo Lombardi, Giuliano Urbani, Nino Gallona, Valentina Aprea