«Con la penna sfido ancora gli ultrà» di Aldo Cazzullo

«Con la penna sfido ancora gli uhrà» «Gli integralisti bruciano i miei libri perché temono la nostra voce» «Con la penna sfido ancora gli uhrà» Taslima Nasreen: scrivo un libro sulle donne oppresse LA SCRITTRICE CONDANNATA A MORTE IL governo mi vuole in carcere, i fondamentalisti sottoterra. I miei libri vengono bruciati o censurati. Ma io raccolgo la sfida. Pubblico «Poetry in exile», il diario dei miei dieci mesi di esilio. E scrivo un nuovo romanzo, una storia di donne nel mio Paese, il Bangladesh: sottomesse dai mariti, dai muftì, dai politici». La scrittrice Taslima Nasreen g a Torino, ospite di Amnesty International. Signora Nasreen, il romanzo che le è valso la condanna a morte degli integralisti, «La Vergogna», è stato letto nel suo Paese come una provocazione alla cultura e alla religione di un popolo. Come si difende? «Il mio romanzo parla di una famiglia hindu perseguitata dai musulmani. L'ho scritto per amore di una minoranza, oppressa da una maggioranza a cui appartengo, visto che la mia famiglia è musulmana. Gli unici che possono sentirsi offesi dalle mia pagine sono gli assassini, i ladri, i torturatori che massacrano gli hindu o li costringono a lasciare il Bangladesh». Il governo di Dakha sostiene che il suo caso è giudiziario, non umanitario. Dice che lei è stata chiamata a rispondere per aver violato le leggi che tutelano il sentimento religioso. «lo non ho leso la libertà altrui. Sono i fondamentalisti che vogliono soffocare la mia libertà d'espressione. Io non ho chiesto di uccidere nessuno. Sono loro che hanno messo una taglia sulla mia testa. Loro, non io, avrebbero dovuto essere processati. Ma il governo non ha mosso un dito per proteggermi. Anzi, voleva sbattermi in cella. Il carcere non sarebbe stato un posto sicuro per me. Per questo, nell'agosto del '94, sono fuggita in Svezia. Amo il Bangladesh, mi manca moltissimo. Ho rinunciato al mio Paese, alla mia lingua, ai miei amici per combattere la buona battaglia». Lei ha scelto di rompere con la tradizione islamica. E' divorziata e senza figli. Forse per questo non l'hanno capita. «Sì, io vivo sola. Senza uomini, senza bambini. Ho dichiarato guerra alla consuetudine. Ho spezzato il giogo che grava sulle donne in una società patriarcale come la nostra. Per questo mi odiano. Sono diventata un nemico. Da far tacere. E, possibilmente, sparire». In Bangladesh vivono 60 milioni di donne. Tre quarti di loro non sanno leggere né scrivere. Come possono ascoltare il suo grido? «E' vero, ci tengono nell'ignoranza, perché hanno paura di noi. Ma io mi rivolgo a un'elite di donne acculturate, che può fare molto per educare la maggioranza analfabeta. L'istruzione e la libertà economica sono le due chiavi per liberarci dalle manette dell'oppressione. Le donne di tutto il subcontinente indiano ne stanno prendendo coscienza. Io scrivo per loro». In Algeria le donne sono il bersaglio preferito dei terroristi. Nei Paesi più avanzati del mondo islamico può ancora accadere che paghino l'adulterio con la vita. Perché l'onda integralista, che punta al potere, vuol fare a meno di loro? «Perché il progetto di Stato e di società dei fondamentalisti è incompatibile con l'uguaglianza di fronte alla legge. Non vogliono prendere il potere con le donne, ma contro di noi. Pensano di imporre la supremazia dell'Islam sulla società, facendo leva sul conformismo, non sul progresso. Contano di perpetuare la schiavitù della donna musulmana. Ma non spegneranno la nostra voce che cresce». Aldo Cazzullo «Vivo sola, non ho figli. Ho infranto la regola islamica Perciò mi odiano» Taslima Nasreen, 33 anni, con il suo libro «Laija», «La Vergogna»

Persone citate: Nasreen, Taslima Nasreen

Luoghi citati: Algeria, Bangladesh, Svezia, Torino