Operazione Coscienze Pulite

Operazione Coscienze Pulite Operazione Coscienze Pulite Un colpo all'autoamnistia dei militari ON c'è Stato, non c'è sistema politico che non abbiano sperimentato l'illusione che il silenzio e l'oblio possano mettere a tacere le inquietudini della coscienza collettiva. E non riguarda soltanto le dittature. La Washington degli affari sporchi della Cia vale Londra al tempo dell'Ira, o anche Parigi, la Roma dorotea di Piazza Fontana, Bonn e la Rote Armee Fraktion, l'Età di Madrid: l'elenco delle responsabilità occultate, nella gestione del potere, rende sempre «sales» di sangue le mani dei governi; e Sartre che quarant'anni fa appariva un filosofo dell'angoscia politica, è stato soltanto un apprendista della storia, che non sapeva nemmeno immaginare, forse, quanto ampie sappiano essere le autoassoluzioni del potere. Quando poi i governi non sono democrazie, ma dittature, il sonno della coscienza diventa allora un dovere obbligatorio della complicità, che lega in un tragico patto di silenzio il sistema politico e la società civile. Il passato comune si fa un buio senza ombre, dove colpe e opportunismi sono destinati a diventare profili indifferenziati, senza più certezze possibili. Ma non regge. Alla fine, il recupero della memoria si mostra un passaggio inevitabile nella storia collettiva, e l'illusione della dimenticanza diventa un progetto dell'impossibile. Lo si è visto in Argentina, lo si vede ora in Cile. In quel Sud australe che Rouqié chiama «el Extremo Occidente», due dittature militari fecero strage di chi non era cieco e fedele: a Buenos Aires in 30 mila scomparvero dalla faccia del mondo, torturati, violentati, annientati, uccisi; a Santiago le forze di sicurezza registrarono 3129 morti nel nome sacro della patria e dell'anticomunismo. Dopo la caduta dei generali della Junta, l'Argentina democratica votò nell'85 una legge della dimenticanza; in Cile fu lo stesso Pinochet a provvedere, nel '78, decretando l'autoamnistia del potere militare. I generali golpisti del Cono Sur non volevano correre il rischio di essere giudicati dai tribunali della nuova democrazia, ma, comunque. tanto sulla sponda del Rio de la Piata come anche ai piedi della Cordigliera lé due dittature avevano potuto godere di una diffusa tolleranza sociale; e il nome di Cristo e la-difesa dell'Occidente furono etichette per vendere buoni affari, anche tranquillità, e speranze di sviluppo economico. L'illusione sembrava realizzata. E le Madri della Plaza de Mayo che ogni giovedì, tutto l'anno, sfilano silenziose a chiedere il rispetto della memoria, sembravano ormai una paleontologia transfuga dalle pagine di Bradbury, il «Fahrenheit 451». L'illusione si è invece consumata. A Buenos Aires, da qualche settimana il potere militare va aprendo gli archivi del tempo e l'elenco triste dei colpevoli; a Santiago, dove l'ambiguità della transizione dalla dittatura alla democrazia ha sorretto la permanenza di Pinochet al comando delle forze armate, i militari resistono nel bunker dell'impunibi¬ lità, e tocca allora ai tribunali cominciare ad aprire gli archivi del passato. In quégli archivi, il nome di Manuel Contreras, e del suo aiutante Pedro Espinoza, sono'là sintesi di una tragedia illusoria che aveva presunto di legare a un progetto autoritario intercontinentale il corso dei sistemi politici nazionali dell'America Latina. Quel progetto, che si chiamava in codice «Operación Condor», metteva assieme le polizie politiche del Cono Sur, la Cia, e i servizi spionistici di alcuni Paesi europei, facendo arrivare fino al Sid del generale Maletti e ai fascisti di Avanguardia Nazionale la collaborazione sulle storie «sporche» da chiudere con una bomba o una pistolettata alla gola. Muore così Letelier, nel '76, ma già prima era stato gravemente ferito a Roma un altro allendista illustre, Bernardo Leighton, e nel '73, a Buenos Aires, era finito ammazzato il generale lealista Carlos Prats. Dietro ognuno di questi morti, dietro i 3129 «sovversivi» uccisi nel nome di Cristo e dell'anticomunismo, c'era sempre il Condor, e la Dina di Manuel Contreras. E' difficile dire quanto possa estendersi questa operazione «Coscienze Pulite» dei giudici ci leni; ed è difficile accreditare la speranza che il verdetto contro il capo della Dina sia sentito anche come un verdetto contro la dittatura che resse il Cile dall'I 1 set tembre del '73 al 9 dicembre del '90. La sordità della società cile na, impegnata in un riuscito processo di sviluppo economico, li mita alle inchieste della commissione Verdad y Reconciliación il ciclo della buona volontà. Il pre sidente Eduardo Frei ha parlato di «far giustizia nella misura del possibile»: mai la coscienza della paura ha accompagnato tanto drammaticamente la consapevo lezza del passato. Mimmo Candito Furono oltre tremila i «sovversivi» uccisi in nome di Dio della patria cilena e dell'anticomunismo Salvador Allende e nella foto grande l'ex dittatore Augusto Pinochet Salvador Allende e nella foto grande l'ex dittatore Augusto Pinochet