UNA GIUSTIZIA CIECA

UNA GIUSTIZIA CIECA UNA GIUSTIZIA CIECA SAPPIAMO, da sempre, che a ogni istante può scoccare l'ora di Caino, e che nell'ora di Caino trova accoglienza benevola anche quella di Erode. Sappiamo che non esiste uomo «nuovo», ripulito, ben messo che non debba misurarsi, in sé e fuori di sé, con questa eredità feroce. Ma ci sono dei tempi in cui avvertiamo una recrudescenza di certi crimini o, per un inedito concorso di circostanze, siamo messi davanti a una dismisura clamorosa. Ieri, abbiamo sentito, un uomo è stato arrestato a Milano perché ha violentato quattro bambini tra i 6 e i 14 anni. Potrebbe bastare, per la quoti¬ diana dose di fiele e di ripugnanza. Tanto più quando si pensa che tre dei piccoli erano nipoti dello stupratore, avrebbero dovuto attendersi semmai più affetto e rispetto. Ma l'uomo, oltre all'accusa di violenza carnale, si è presa anche quella di tentato omicidio: infatti è malato di Aids, sa di essere malato e quindi di poter trasmettere la morte, di rubare la vita a chi l'ha appena respirata. Impallidisce l'immagine terrificante, per quanto favoleggiata, dell'untore che spalmava peste sui muri, davanti al conLorenzo Mondo CONTINUA A PAG. 12 SETTIMA COLONNA

Persone citate: Erode

Luoghi citati: Milano