Si avvicina Chirone, cometa gigante

Si avvicina Chirone, cometa gigante Si avvicina Chirone, cometa gigante Nel '96sarà alla distanza minima dalla Teira DOPO la fortunata campagna mondiale per lo studio dell'impatto dei 21 frammenti della cometa Shoemaker Levy con Giove, nell'aprile del 1996 si presenterà un'altra occasione, anche se meno spettacolare, per osservazioni congiunte su scala planetaria: infatti il primo aprile, Chirone passerà a una distanza di «appena» 1275 milioni di chilometri dalla Terra, occasione che non si ripeterà l'ino al 2047. Nel 1977 l'astrotìsico americano Charles Kowal scoprì un oggetto di circa 200 km di diametro che orbitava fra Saturno e Urano e lo classificò come un asteroide a cui fu assegnato il nome «2060 Chiron». A 18 anni dalla scoperta si è potuto stabilire che Chirone altro non è che una gigantesca cometa appartenente a una nuova categoria denominata dei «Centauri» e proveniente dalla «Fascia di Kuiper». Prima l'ipotesi più valida era che tutte le comete del sistema solare provenissero da una ipotetica «Nube di Oort» (dal nome dell'astrofisico olandese che ha introdotto la teoria), situata a circa 50.000 U.A. dal Sole e che ne conteneva circa 100 miliardi in orbita di parcheggio. Per ragioni ancora sconosciute elementi singoli o sciami di comete venivano catapultati nel sistema solare descrivendo orbite ellittiche, paraboliche o iperboliche a seconda della dinamica iniziale. Gerard Kuiper nel 1951 ipotizzò che le comete a corto periodo non potavano percorrere le loro attuali orbite se fossero slate originate nella nube di Oort, ma che doveva esserci una zona (denominata in seguito «Fascia di Kuiper») situata a circa 36 U.A. ove si erano rifugiate miliardi di comete originate durante la formazione del sistema solare 4,6 miliardi di anni fa. La scoperta fatta da astronomi delle Hawaii nel 1992 e 1993 di due oggetti denominati rispettivamente 1992 OBI e 1993 FVV, seguita poi tino ad oggi da una ventina di oggetti simili del diametro fra 100 e 300 km, fa presupporre la presenza di corpi ben più grandi (1000-2000 km) nella fascia di Kuiper che aspettano solo di essere rivelati da fortunati osservatori terrestri Chirone lui mostrato fin dal 1988 di avere una chioma cometaria composta di gas e polvere e le sue dimensioni, simili a quelle di OBI e FVV, fanno pensare ohe appartenga alla stessa famiglia della lascia di Kuiper. L'orbila attuale (periodo di 50,7 anni) attraversa quella di Urano e Saturno e risulta instabile in quanto fra qualche millennio si avvicinerà a uno dei pianeti giganti subendone la perturbazione gravitazionale. L'avvicinamento di Chirone nel 1996 darà una opportunità unica per studiare la prima cometa gigante, determiI nandone la composizione chimi¬ ca e osservandone la chioma attiva a una distanza accessibile ai telescopi terrestri con diametro maggiore di 30 centimetri, ma dotati di sensori Ccd. in quanto la magnitudine nel visibile non sarà minore di 15. Dalle osservazioni degli impatti su Giove della cometa Shoemaker si potrebbe ora arguire che la gigantesca macchia rossa altro non sia che la ferita provocata al pianeta gigante da una cometa di questo tipo in un passato non troppo remoto. Certo è che sulla Terra nulla rimarrebbe di vivente in seguito all'impatto di un oggetto di tali dimensioni! In vista del nuovo «happening» astronomico si è organizzata la CPC (Chiron Perihellon Campaign) che sarà coordinala, come per la campagna SL-9 Giove, da Michael A'Hearn dell'Università del Maryland Cristiano B. Cosmovici Cnr. Istituto di fisica dello spazio

Luoghi citati: Hawaii