Biotecnologie
RICERCA RICERCA Biotecnologie Tremila miliardi Cee TREMILA miliardi dell'Unione Europea per lo sviluppo delle scienze biotecnologiche: questa è la (buona) notizia comunicata nella settimana scorsa da Bruno Hansen, direttore dei programmi di ricerca e sviluppo dell'Unione Europea, presso la sede Federchimica di Milano. Lo scopo dell'investimento, ha detto Hansen, consiste essenzialmente nel «miglioramento della qualità della vita» attraverso le biotecnologie. Questo miglioramento è il motore primo di un grande mercato mondiale che, secondo ragionevoli previsioni, passerà dagli attuali 10 miliardi di dollari di fatturato all'anno a circa 100 miliardi di dollari nell'anno 2000. La realtà italiana è ancora piccola nel contesto internazionale (circa 800-1000 miliardi di lire fatturato nel 1994) e ovviamente può trarre un grande vantaggio proprio da questi programmi di finanziamento. Al bando di concorso che si è chiuso il 24 marzo scorso hanno risposto quasi mille aziende europee. Con questo considerevole finanziamento l'Unione Europea intende favorire accordi transnazionali per progetti di ricerca tra imprese, istituti pubblici e privati e università dei Paesi membri, ciò significa creare legami di scambio fra la ricerca pura e l'industria stessa che trasforma in pratica i risultati della ricerca. Alla Assobiotec, l'associazione di Federchimica per lo sviluppo delle biotecnologie che raccoglie 50 aziende sono giunte 165 proposte di partecipazione ai programmi europei (di cui 100 dalle università), dimostrazione questa che la realtà italiana in questo campo è vivace e attenta, «in quanto supportata da qualificate strutture di ricerca e ha ricercatori validi - ha detto Ugo Bertone, vicepresidente dell'Assobiotec - che con questi finanziamenti potranno gestire studi e progetti ad elevato contenuto tecnico e scientifico. Il concorso, denominato «IV Programma quadro di ricerca, sviluppo tecnologico & dimostrazione nel campo delle "Scienze della vita"», copre un arco di tempo che va dal 1994 al 1998 ed è valido per i settori: biotecnologia (biologia cellulare e molecolare), biomedicina e sanità (miglioramento della ricerca e sviluppo in campo me¬ dico sanitario), agricoltura e pesca (miglioramento dei prodotti agricoli, ittici, alimentare e silvicoltura). Per le piccole e medie imprese che non hanno un grande potenziale di ricerca, estrema importanza assumono i parchi tecnologici, che in quest'ambito possono avvalersi dei programmi Craft, vale a dire che la Comunità europea paga la metà dei costi delle strutture di ricerca. Inoltre, sempre per le stesse, sono stati istituiti premi di esplorazione che coprono il 70-75 per cento dei costi della fase di esplorazione, e di ricerca cooperativa che coprono il 50 per cento dei costi di ricerca, le proposte dovranno pervenire alla Commissione Europea entro il 17 dicembre 1997. Per quanto concerne lo scottante problema bioetico che si interseca spesso con le applicazioni delle biotecnologie, ogni singolo Paese dell'Unione Europea potrà fare riferimento alla propria legislazione. Pia Bassi NEGLI Anni 80, prima della scoperta del virus dell'epatite C (Hcv), avvenuta nel 1989, le epatiti da causa ignota erano definite con criteri di esclusione «epatiti non A, non B». In quel periodo un chirurgo americano (G.B.) contrasse un'epatite acuta di questo tipo e guarì spontaneamente. Il siero ottenuto dal sangue prelevato a G.B. nella fase acuta della malattia fu usato come inoculo infettivo per esperimenti di trasmissione dell'epatite non A, non B nelle scimmie antropomorfe. Gli scimpanzé non svilupparono alcuna malattia mentre un episodio di epatite di lieve entità venne evidenziato in scimmie più piccole (marmosets). L'epatite poteva essere trasmessa da una scimmia all'altra utilizzando come inoculo infettivo il sangue prelevato nella fase acuta di malattia. Le stesse tecniche di biologia molecolare che permisero l'identificazione dell'acido nucleico del virus dell'epatite C vennero quindi utilizzate anche per la ricerca di acidi nucleici di virus non noti nel sangue di questi animali. Ciò ha permesso al gruppo di ricercatori della Abbott Laboratory di Chicago di-
Persone citate: Abbott, Bruno Hansen, Craft, Hansen, Ugo Bertone
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