Passa Rominger e il Giro s'inchina

A Selvino poker del fuoriclasse svizzero, che sta lasciando sulla corsa rosa l'impronta del dominatore A Selvino poker del fuoriclasse svizzero, che sta lasciando sulla corsa rosa l'impronta del dominatore Passa Rominger e il Giro s'inchina Nella crono èformidabile, sconfitti Berzin e Ugrumov SELVINO DAL NOSTRO INVIATO Il trionfante Rominger s'era fatto un nodo al fazzoletto: ricordarsi di vincere, martedì 30 maggio, la cronoscalata di Selvino. Non è che lo tradisca la memoria, però dopo la sgambata di Maddaloni che l'aveva imbullonato in cima alla classifica, l'assillo del successo di tappa (ricordate? «Merckx e Hinault sono i miei ispiratori») non lo tormentava più come ai giorni dell'esordio. Eseguita l'analisi degli avversari, constatata la loro renitenza a sortire dalla tana, allo svizzero premeva ancora una cosina: impedire agli abbonati alle poltrone di seconda e terza fila, agli «utilizzatori» della fatica sua e della sua squadra, di presentarsi a braccia alzate al traguardo. Vai dalla Maglia rosa a spiegargli che esiste la tattica e che il più debole è costretto, non soltanto nel ciclismo, ad arrangiarsi. Ragionamenti del genere non allignano in Toni Rominger. Gioiscano pure Cipollini e il fratello minore di Casagrande, Fondriest e Minali, Cubino e Sorensen, Zaina e il mio connazionale Richard, ma voi Ugrumov e Berzin, no; a voi niente. Ma una cronometro non consente vigilanze, si nega ai rapporti di amicizia e di collaborazione; la cronometro precisa le identità, le isola. E allora esiste soltanto un modo per assicurarsi che il nemico non vinca: battere tutti. E Rominger appioppa, al termine della cronoscalata che deve mettergli al sicuro i guadagni accumulati in sedici giornate, l'39" a Berzin, 2'03" a Ugrumov e, saltando all'italiano che gli è più simpatico, 4'10" a Chiappucci. Con una classifica che smonterebbe il morale a un elefante si accinge ad affrontare le ultime montagne. E' la quarta tappa conquistata. Per imbattersi in un altro atleta che abbia così esaltato la sua maglia rosa, bisogna retrocedere al 1982 e inchinarsi al nome di Bernard Hinault. E lì ci fermiamo con il permesso dei fuoriclasse (a cominciare da Merckx) che precedettero il grande francese. Lo svizzero Rominger lascerà sul Giro l'impronta d'un dominatore che non accetta baratti, che non perdona agli oppositori, che se ne infischia delle alleanze. Ben al di là di Indurain. Ci si chiede, allora, come un siffatto campione sia nato tanto tardi ai massimi onori del ciclismo. Abnegazione e programmazione, indagine maniacale delle proprie possibilità, ricerca assidua dei più idonei sistemi di allenamento e dei più opportuni criteri di alimentazione. A trentaquattro anni, Rominger ha raggiunto l'apice di una condizione che gli permette imprese straordinarie. Una strada irta di bandiere, sorvolata di striscioni, coperta di scritte e disegni, alcuni dei quali di carattere giulivamente eroticosportivo, e una folla da lasciare storditi. Rominger ha il casco (lo getterà via sulla salita decisiva), Berzin è a capo scoperto, Ugrumov col berrettino, Chiappucci con la cuffia di seta con sopra scritto El Diablo. Toni pedala su una bici di dimensioni ridotte, alto sul manubrio; Evgeni ha messo la ruota lenticolare posteriore, la posizione è a tuffo; Piotr ha la bicicletta da battaglia d'alta quota. Nella zona di lancio, prima che si inizi la salita, Berzin ha un vantaggio di 5" su Rominger, di 41" su Ugrumov e di 52" su Chiappucci (sarà ottavo, alla fine). Allo striscione del Colle Gallo, dopo 17 chilometri, il russo è a 33", il lettone a 42" e il Diablo a l'34". In sette chilomeri di arrampicata, Toni ha mangiato a Berzin (bella scelta quella della ruota lenticolare) 38". Ai piedi del Selvino, 32°chilometro, Berzin è a 44", Ugrumov a l'34", Chiappucci a 2'29". Allo stop, 43° chilometro, la stangata assume le proporzioni che sapete. «Non ho spinto all'avvio. C'è esempre il rischio di una crisi. Non mi sono trovato a mio agio in discesa. Mi sono sorpreso di come filavo negli ultimi cinque chilometri». Abbiamo un Rominger loquace: «Mi aspetto nuovi e robusti attacchi da Berzin e da Ugrumov. Se si muoveranno da lontano, li lascerò andare. Mi comporterò come Berzin nei confronti di Pantani l'anno scorso. Pantani via sull'Agnello e il russo calmo, confortato dalla saggezza di Argentin». Gli chiedono un'ulteriore impresa. «Siate ragionevoli, ho già vinto quattro tappe. Difenderò la maglia rosa». E Berzin circonfuso d'ottimismo: «Non è finita, non è finita. Se gli prende una cotta, perde mezz'ora». Se gli prende. Gianni Ranieri 18g TAPPA km 221 ALESSANDRIA STRADELLA Casteggio Voghera Tortona Cassine Acqui Terme © Tetti di Montezemolo1 m 734 100 120 140 160 180 200 221 1.1,20 12,24 12,57 13,49 14,26 15,37 ORARIO PASSAGGI ALLA MEDIA DI KM 39 199 TAPPA km 202 Colledi Sampeyre CIMA COPPI Colle dell'Agnello Col d'Izoard 0 20 40 60 80 100 120 140 160 180 202 ORARIO PASSAGGI ALLA MEDIA DI KM 32 Col de Montgenevre Bussoleno 20g TAPPA km 203 Chiomonte Oulx Augnano Issime 0 20 40 60 80 100 120 140 160 180 203 0RARI0 PASSAGGI ALLA MEDIA DI KM 34 | *» Rominger al traguardo: è affaticato, ma ha messo in fila tutti. In alto Chiappucci: si è classificato 8°, con 4'IO" di ritardo

Luoghi citati: Acqui Terme, Alessandria, Bussoleno, Issime, Maddaloni, Sampeyre, Selvino