Parliamo di lirica e divine? Certo, ma col brio della radio di Alessandra Comazzi

Parliamo di lirica e divine? Certo, ma col brio della radio TIVÙ'& TIVÙ' Parliamo di lirica e divine? Certo, ma col brio della radio QUANDO l'amatissimo dalle signore Alessandro Baricco cominciò «L'amore è un dardo!» (RaiIre era ancora diretta da Guglielmi, il quale si potè vantare di aver lanciato l'ennesimo Personaggio), si capì subilo che quella era una trasmissione indovinata: non soltanto grazie al suo conduttore, ma anche per le arie d'opera che venivano con sapienza scelte. La lirica è uno di cmegli argomenti dittici li da propone in televisione: un'opera intera non si manda in onda, chissà chi la seguirebbe, senz'altro pochi melomani assatanati (a parte quelle grandi operazioni tipo Tosca a Castel Sant'Angelo, operazioni soprattutto promozionali per la Rai); anche soltanto trattare di musica, classica, lirica, jazz, rock, come di teatro e di libri, è pericoloso (per l'audience, naturalmente). Infine il cinema: sul video di cinema ce n'è tantissimo, eppure se ne parla pochissimo. Lo fanno soltanto i protagonisti quando vanno in tutti i cantoni privati e pubblici a promuovere i film in uscita, ma quello è far pubblicità, non è pai-lare di cinema. Ebbene, Baricco aveva avuto il merito di dimostrare come non ci fossero, in televisione, argomenti di per sé ostici: tutto dipende da come vengono trattati. Dall'altra sera, e ogni sera su Raitre, certo non prestissimo (non esageriamo!), ma intorno a mezzanotte, va in onda un nuovo programma germinato dal televisivo «Prima della prima» e dal radiofonico «La barcaccia»: conducono Michele Suozzo ed Enrico Stinchelli, sopraffini esperti di lirica. Senza essere noiosi, né sussiegosi, né stucchevoli: vengono dalla radio, dove da anni conducono con brio scoppiettante la loro consolidata, assai seguita «.Barcaccia» e devono ancora acquistare quel po' di scioltezza in più che serve alle telecamere. Però sono simpatici, e soprattutto parlano di ciò che conoscono e sanno quello che dicono. Li accompagna al pianoforte Roberto Cognazzo, che ha introdotto la puntata d'esordio, dedicata a dive, divine e divismi, con «La diva dell'Empire» di Eric Satie. Un tema come quello imponeva di ricordare lei, la Callas dei trionfi e degli amori. E allora eccola cantare l'aria del «Pirata» di Bellini nel concerto di Am¬ burgo del '58. Ma diva è anche Katia Ricciarelli, diva nel lavoro e nel matrimonio con Pippo Baudo, di cui abbiamo visto un filmato-ricordo. La diva deve farsi attendere, ed ecco Greta Garbo che scende dal treno dopo essere stata aspettata il giusto, né troppo né troppo poco. Molti filmati, come dire, di collegamento tra arti (una vera delizia la parodia di Noschese della storia d'amore tra la Callas e Onassis), e alla fine un quiz, con un premio collocato su una collinetta di cartapesta, il monte Premi. Dove l'altra sera stava un prezioso ventaglio rosa, in piume di stilizzo. Il quiz riguardava Maria Callas: quattro frasi, quattro momenti della sua vita, di cui uno falso. Quale? La risposta l'indomani per radio, alla Barcaccia. Interessante questo collegamento tra radio e tv, spiritoso il programma, godibile anche per i non impallinati della lirica. Forse Suozzo e Stinchelli potrebbero non mettersi le cuffie sulla testa come se fossero alla radio, la radio non ha bisogno di quel segno di riconoscimento. Alessandra Comazzi

Luoghi citati: Castel Sant'angelo