L'America pronta a liberare gli ostaggi

«Nessun blitz dall'Italia» Mosca insiste per la sospensione delle sanzioni a Belgrado in cambio del sì alla Bosnia America Russia e Occidente d'accordo: più forza ai Caschi blu L'AJA DAL NOSTRO INVIATO Il dato nuovo, emerso da una micidiale tre-giorni diplomatica, ò la schiarita nei rapporti tra la Russia e l'Occidente. Il catalizzatore della svolta è stata la crisi bosniaca, ed è qui che una ritrovata «unità di intenti» si è subito manifestata. E' accaduto durante un'assonnatissima conferenza stampa, alle tre del mattino di ieri, dopo una riunione straordinaria del «Gruppo di contatto» convocata all'Aja, alla vigilia di un'importante riunione Nato. Assieme ai ministri degli Esteri di Usa, Francia, Gran Bretagna, Germania e Francia, il russo Andrej Kozyrev ha firmato una dichiarazione che afferma «la necessità di rafforzare l'Unprofor» (la forza Onu in Bosnia), restituirle libertà di movimento, e garantirle «una capacità di reazione rapida». A questo scopo i ministri hanno chiesto «ai comandanti dell'Onu», e non al Segretario generale Boutros Ghali, di «considerare urgentemente» le misure da prendere. L'altro lato della medaglia è il nuovo impulso dato ai negoziati, con la promessa fatta a Milosevic di sospendere le sanzioni contro la Serbia-Montenegro, in cambio del riconoscimento della Bosnia. I mediatori russo (Zotov) e americano (Frasure) sono già a Belgrado, per tentare di conclu- dere un accordo che toglierebbe ai serbo-bosniaci il principale appoggio politico e militare. Anche in questo caso Kozyrev ha mostrato buona volontà, accettando che nel comunicato finale si parlasse solo di «sospensione», e non di «levata» delle sanzioni. Certo le differenze non sono sparite. Kozyrev ha messo l'accento sul «ritorno all'iniziativa politica», mentre l'americano Warren Christopher ha ribadito che Washington «non esclude nuovi colpi aerei» contro le milizie serbe. Ma nel conflitto balcanico si è aperta una nuova fase, ed i Paesi più impegnati sul terreno (Francia e Gran Bretagna) hanno deciso di muoversi senza chiedere prima un coordina¬ mento con le Nazioni Unite. «Siamo convinti che l'Unprofor debba restare in Bosnia», ha detto Christopher, e la stessa determinazione è stata espressa dai ministri degli Esteri della Nato. Perché l'Onu resti, però, vanno ritirati i piccoli gruppi isolati di caschi blu, bisogna concentrarli attorno a Sarajevo ed alle altre zone chiave. Soprattutto, come concordato in un protocollo riservato del «Gruppo di contatto», è necessario assumere il controllo delle vie di comunicazione tra l'Adriatico e le città musulmane assediate. Si tratta del resto di misure necessarie anche nel caso di un ritiro dell'Unprofor dalla Bosnia. Ecco dunque perché nell'Adriatico stanno arrivando uomi¬ ni, armi e mezzi: una brigata aeromobile britannica, con 5500 uomini e 68 elicotteri, un reggimento pure britannico, con 1200 uomini e 12 cannoni leggeri; la portaerei francese Foch, ed una forza da sbarco americana, con una portaelicotteri e 2000 marines. L'ipotesi è quella di assicurare il passaggio di convogli attraverso le montagne bosniache, assicurandone la sicurezza anche con gli elicotteri. O con gli aerei, come ha ricordato l'Alleanza: «La forza aerea della Nato resta disponibile per aiutare a proteggere le zone di sicurezza e le forze di pace dell'Onu». Ormai però nessuno esclude lo scenario peggiore: un fallimento delle trattative (che oggi tutti negano) per la liberazione degli ostaggi, e la necessità di andare a liberare i caschi blu con la forza. La conferma è venuta ieri da un portavoce della casa Bianca. Resta da vedere quanto durerà la schiarita nei rapporti tra Russia ed Occidente. La Nato ha ancora una volta lanciato «un appello per un immediato cessate il fuoco» in Cecenia, ma la verità è che «relazioni rafforzate Nato-Russia sono l'elemento più importante della nostra strategia di sicurezza europea». E' per questo che il tanto atteso allargamento dell'Alleanza verso Est non sarà annunciato neanche a fine anno. Fabio Squillante

Persone citate: Andrej Kozyrev, Boutros Ghali, Fabio Squillante, Kozyrev, Milosevic, Warren Christopher