Berlusconi riconvocato dai pm di Susanna Marzolla
E affiorano nuovi dubbi sulla partecipazione Fininvest in Telepiù E affiorano nuovi dubbi sulla partecipazione Fininvest in Telepiù Berlusconi riconvocato dai pm Venerdì, per l'inchiesta su villa Macherio MILANO. E' stato riconvocato in procura per il 2 giugno, Silvio Berlusconi. Ma è praticamente certo che non si presenterà, visto che già i suoi avvocati hanno messo le mani avanti facendo sapere che parteciperanno allo sciopero degli avvocati. In procura, del resto, sull'arrivo di Berlusconi non ci fanno proprio conto, come già ce ne facevano poco l'8 maggio scorso, data del primo «invito a comparire». La vicenda è sempre la slessa: la compravendita di terreni a Macherio, con cui sarebbe stalo realizzato un «nero» di cinque miliardi. E' possibile, a questo punto, che i magistrati prendano atto dello sciopero e rinviino l'interrogatorio. Ma è possibile anche che vadano dritti per la strada intrapresa: e cioè quella di arrivare aduna richiesta di rinvio a giudizio «con rito immediato». Ci sarebbe un ostacolo su questa strada: la ri¬ chiesta, avanzata al gip dai legali di Berlusconi, di dichiarare «illegittima» l'acquisizione di alcuni documenti (l'udienza è già fissata per il 12 giugno). Ma in procura fanno sapere che questo problema sarebbe già superato, grazie ad una nuova perquisizione compiuta lunedì dalla Finanza. Insomma, è evidente che la procura di Milano vuol stringere i tempi in tutte le inchieste che riguardano il padrone della Fininvest. E che si sente tranquilla sulla consistenza degli elementi raccolti. Tra questi ci sono anche novità sulla vicenda Telepiù, contenute in un rapporto della Guardia di Finanza, allegato alla richiesta di rinvio a giudizio per le tangenti pagate in occasione delle verifiche fiscali (e questo spiega perché il processo a Berlusconi viene chiesto anche per la questione della pay-tv). Un rapporto redatto nell'ottobre del '94 e frutto del rifaci- mento dell'intera inchiesta, dopo che il maresciallo Francesco Nanocchio aveva parlato di «pressioni» proprio per la vicenda Telepiù. La domanda cui la Finanza doveva rispondere era questa: a chi appartengono realmente le quote di Telepiù? E il rapporto risponde che esistono «perplessità sulla reale proprietà delle quote Fintel da parte di Renato Della Valle». Della Valle è un immobiliarista consideratto «molto vicino» a Berlusconi e la Fintel è una sua società che ha detenuto quasi il 24 per cento del capitale di Telepiù (per la precisione il 23,39%). Ma come ha acquistato questa quota? Con 140 miliardi. E da dove arrivavano questi soldi? Da banche lussemburghesi e monegasche, che in totale gli hanno accreditato 205 miliardi. E quali garanzie ha presentato per ottenere simile prestito? Nessuna. Conclude quindi la Finanza: «La Fintel di Della Valle di fatto non ha effettuato gli esborsi per la quota di Telepiù». E chi li ha effettuati allora, la Fininvest? E' questo il sospetto. Avvalorato da quanto raccontano i cosiddetti soci-amici che detenevano le quote di minoranza. Tutti raccontano di aver sottoscritto «per amicizia» e lo stesso Alfredo Messina, manager Fininvest, ammette che «molti soci aderirono a titolo di cortesia, allo scopo di consentire alla Fininvest di regolare la propria posizione rispetto alla legge Mammì». Ma c'è di più: dopo aver aderito «per cortesia» quando decidono di vendere vengono contattati direttamente da Berlusconi o da Galliani che affermano di poter trovare l'acquirente. Formalmente è la Cit, una finanziaria della Bil (la Banca Internazionale del Lussemburgo; la banca della tangente Enimont) ma - raccontano i soci amici - sono sempre manager Fininvest a tenere i contatti. É i contratti, spiega ad esempio il notaio Guido Roveda, «furono predispo¬ sti dal servizio societario Fininvest»». Secondo il rapporto della Finanza, quindi, «ìa Fininvest ha sempre gestito Telepiù secondo una esclusiva e autonoma strategia aziendale, attraverso la presenza costante della Bi! e l'attività di società come Cit. Eit e Bergerac». Quest'ultima è la società da cui il sudafricano Rupert ha acquistato le quote di Telepiù, per 300 miliardi. Una società creata «ad hoc» - sostiene la Finanza - proprio per mascherare quali erano i reali venditori. Susanna Marzolla Il finanziere Renato Della Valle
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