I maestri dei capilettera

Mostruose architetture e deliranti visioni nell'universo della miniatura Mostruose architetture e deliranti visioni nell'universo della miniatura I maestri dei capilettera Viaggio fra codici e antichi libri EBRESCIA I entra nel buio ammiccante (quasi un refettorio di convento) del monastero di Santa Giulia a Brescia e ci si stacca completamente dal mondo, penetrando in un universo stregato e quasi narcotizzante: è il mondo delle miniature, è l'universo fiabesco dell'immensamente piccolo, della microscopica «galanteria» ornamentale, della lambiccata visionarietà stravagante, che stravolge anche il nostro abituato vedere. Ecco il fascino sottile e lontano della rara mostra che permette di ammirare, sino al 16 luglio, i tesori segreti della bergamasca Biblioteca Angelo Mai (ricordate Leopardi?) e della bresciana Biblioteca Queriniana. Un «piacere freddo», quello della miniatura, come lo chiama convincentemente Carlo Bertelli, introducendo il catalogo Silvana di questa mostra «notturna» curata da Maria Luisa Gatti Perer e Mario Marubbi. Il piacere d'un viaggio molto ben congegnato, attraverso alcune stazioni obbligate (gli scriptoria, ovvero le «officine» calligrafiche di amanuensi prodigiosi) che interessano quest'importantissimo bacino lombardo. Indipendente dalla Padova cerebrale e fioritissima di Mantegna e del veronese Girolamo dei Libri, autonoma dalle influenze ferraresi o veneziane, anche se ovviamente non sorda ai richiami che vengono persino dalla lontana Avignone o dall'Inghilterra (splendido il Salterio di scuola inglese dalla genialissima sintassi compressa, con i corpi di signori e fedeli che si abbarbicano alle capricciose architetture come pampini d'uva). Si parte addirittura da un tesoro di inestimabile valore storico, quelle Concordanze Evangeliche di Eusebio, che provengono dalla scuola di Reichenau, uno dei primissimi centri di miniatori, sorto nel 724, per volere di Carlo Martello. Nel 925, questa piccola isola sul lago di Costanza, grazie alla generosità del Santo Abate Firmin, accoglie la comunità di San Gallo, che fugge, con tutta la sua biblioteca, le incursioni degli Ungari. Nell'idea di rifondazione dell'Impero di Ottone il Grande non si trascura questa funzione importante di trasmissione della cultura: potenziando quest'arte sottile che accende di strani bagliori le pagine plumbee dei corali. All'inizio colori smorti, insonori, intimiditi dalla sacralità della parola scritta. Poi via via la fantasia fiorisce in mostruose architetture zoomorfe e deformi, in capricci deliranti e visionari, che han confronto soltanto con le teratologie più folli dei capitelli romanici e che invadono la pagina (spesso con incredibili effetti di trompe-l'oeil, come se la pergamena si arricciasse sotto l'effetto di chissà quale calore mentale). Così, in queste pagine, vediamo «passare» la storia dell'arte, quasi transitasse in sogno un carro allegorico: i riverberi di Giotto e di Gentile da Fabriano (chiamato a Bre¬ scia da Pandolfo III Malatesta), del Bembo e di Bramante, di Foppa e degli Zavattari. O gli imprevedibili matrimoni del gusto carolingio con quello tardo-gotico, della scuola fiamminga di Gand con i maestri borgognoni dei meravi- gliosi Libri delle Ore. Sino a quello splendido serraglio disegnato nel taccuino di Giovannino de' Grassi che genialmente Lotto si volle regalare. Ma è il senso di illusionismo abissale e di sfondamento aprospettico che ci attrae, quel¬ la «finzione d'uno spazio infinito entro il quale liberare un sistema formale a sua volta inesauribile», come ha suggerito Andrea Emiliani. Costretti alla geometria dei capilettera come poeti dalle rime, questi maestri del fantastico e dei calligrammi espandono il loro immaginario dove possono, facendo marciare le loro oche che indossano scarpe tra un fregio e l'altro, appendendo acrobaticamente un vecchio saggio sulla schiena d'un leone a sostenere una vasca che è poi il mare, disseminando d'uno zoo di chimere calligrafiche che si rincorrono la pagina austera di un Decretum o mettendo un povero martire a bagnomaria come in un semicupio bollente, dentro la pancia gravida di una «b» miniata. Marco Vallora Santi e martiri, angeli e diavoli, dame e cavalieri a bagno maria dentro la pancia d'una «b» o una «m» Riverberi di Giotto e Bembo, di scuola gotica e fiamminga Una miniatura della scuola di Reichenau per le «Concordanze evangeliche» di Eusebio di Cesarea. In alto una pagina del «Taccuino di disegni» di Giovannino de Grassi

Luoghi citati: Avignone, Brescia, Fabriano, Inghilterra