E Burgess lo cerca in Paradiso di Sergio Trombetta

E Burgess lo cerca in Paradiso E Burgess lo cerca in Paradiso «E' il musicista più vicino a Dio» EI sussurra che Mozart sia, di tutte le creature, la più vicina a Dio. Quest'anno sulla Terra verrà celebrato il bicentenario della sua morte. Non è ancora chiaro se lo si potrà convincere per un po' a staccarsi dalla presenza divina». Chi parla è Felix Mendelssohn. Sta colloquiando con Beethoven e Prokofiev. Ma il dialogo, dotto e leggero, subisce un improvviso scarto verso il litigio quando si approssima Wagner. «Ecco che arriva il grande eversore... Il lezzo del suo profumo francese ne annuncia la venuta, come un volgare unisono di cornette», sibila Mendelssohn. «Ti ho sentito, ebreo» gli rimanda Wagner. Siamo nel Paradiso della musica dove i grandi degli ultimi tre secoli sono indaffarati a discutere del bicentenario di Mozart, ma anche del loro trascorso lavoro in terra, durante gli intervalli di un'opera buffa dedicata proprio al divino fanciullo di Salisburgo. E' un «pastiche» che gronda cultura musicale e compiaciuto divertimento questo Banda Amadeus che Anthony Burgess, scomparso nel '93, ha scritto per il bicentenario del musicista nel '92 e che ora la Bollati Boringhieri pubblica postumo. L'autore di Arancia a orologeria ci teneva alla sua formazione di musicista e non manca qui di metterla in mostra. Aveva imparato a suonare il piano da solo, a 14 anni, e sino all'età di 38 anni era vissuto di musica (scritta, insegnata). Ecco allora il grande Burgess tuffarsi a capofitto nel mondo ultraterreno dei grandi compositori, a immaginare, e mescolare, diversi modi per ricordare Mozart. Con una conversazione, celebrativa e paradisiaca, che accosta Rossini a Gershwin, Schoenberg a Berlioz, ma mette in scena anche Stendhal, Henry James, Lorenzo da Ponte. Con un'opera buffa che ci racconta la vita del musicista e ci presenta Aloysia e Constanze, Gluck e Salieri, l'imperatore Leopoldo II e il principe arcivescovo di Salisburgo, e si chiude tragicamente con la morte di Mozart che si raddoppia in una scena di campo di concentramento con un ebreo e un soldato delle SS. Con una sceneggiatura cinematografica che di nuovo ripercorre episodi dei- la vita di Mozart, ma sotto un'altra angolatura, presentandocelo come «puro e folle», ribelle alle convenzioni cortigiane dell'epoca. E ancora con un dialogo dove l'autore si sdoppia in Anthony e Burgess, dove si discetta di grandezza musicale, si discute di melodia, si confronta tonalità e musica seriale, si paragona la grandezza di Mozart e di Beethoven. Ma il pezzo di bravura, che deve aver messo a dura prova i traduttori Aurelio Gariazzo e Laura Mancinelli, è il tentativo di trasporre in parole la Sinfonia n. 40, K 550, il cui primo, notissimo movimento, si apre genialmente con la frase «Del tappeto il disegno a riquadri. Del tappeto a riquadri il disegno». Sergio Trombetta Un atto d'amore dello scrittore inglese al «re» di Salisburgo Burgess: esce il suo romanzo «Banda Amadeus»

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