Comuni, «sciopero» in aula
Comuni, «sciopero» in aula Comuni, «sciopero» in aula Consiglieri ribelli in quattro città «La legge elettorale non si tocca» MILANO. Sciopero, una parola grossa detta dai consiglieri comunali. «Sciopero simbolico precisa Paolo Hutter -. Lo hanno fatto i calciatori, possiamo farlo anche noi. Entreremo in aula con tre quarti d'ora di ritardo, per ritardare i lavori senza bloccarli». L'iniziativa di manifestare contro il referendum per l'abrogazione della legge elettorale nei Comuni con più di 15 mila abitanti parte da Palazzo Marino. Ed è un'iniziativa che attraversa il consiglio da sinistra a destra. Paolo Hutter, pidiessino. Franco Calamida, comunista. Roberto Ronchi, leghista. ... Maurizio Lupi, popolare di Buttiglione. Sono loro gli ideatori dello «sciopero» per il no al referendum numero 8, quello della scheda azzurra: «Una vittoria del "sì" - spiega Hutter toglierebbe ogni vitalità all'attività dei consigli comunali. Non è vero, come dicono in molti, che si cancellerebbe soltanto il ballottaggio. Anche nelle grandi città si voterebbe con lo stesso sistema in uso nei centri con meno di 15 mila abitanti. Turno unico, ma anche candidati sostenuti da una sola lista, senza possibilità di alleanze. E un premio di maggioranza che darebbe alla lista unica di maggioranza i due terzi dei seggi. L'opposizione perderebbe ogni ruolo, e la maggioranza diventerebbe un'ammucchiata che non rispecchierebbe le diversità degli schieramenti...». L'idea dello sciopero, già programmato per il 5 giugno alle 18 («O comunque in coincidenr Il pidiessino Pao o Hutter za con l'orario d'inizio dei consigli comunali») è stata subito accolta in altre città. «Riportare la legge elettorale a meccanismi come quello per i comuni sotto i 15 mila abitanti - dicono i consiglieri romani Carmine Fotia (pds), Silvio Di Francia e Dario Esposito (Verdi) - equivale a distruggere uno dei pochi meccanismi elettorali che hanno funzionato e che hanno fatto dei sindaci usciti da quelle consultazioni, i protagonisti del rinnovamento della politica e dell'amministrazione delle città italiane». Adesioni sono giunte anche da Napoli e da Torino, dove la pidiessina .Chiara Acciarini, già' ner' giorni scorsi, ha presentato un appello per il no che è già stato firmato da 17 consiglieri. «Riteniamo che, sulla base dell'esperienza dei nuovi Consigli comunali eletti dal 1993 si potranno anche apportare miglioramenti e modifiche alla legge elettorale, ma che ogni abrogazione della disciplina vigente sia da respingere per salvaguardare la dignità, d'operatività e la rappresentatività' dei Consigli comunali». Continua intanto la battaglia sui referendum televisivi. Ieri Giuseppe Giulietti e Vincenzo Vita hanno protestato per l'atteggiamnto della Fininvest dove - dice Vita, responsabile dell'informazione per il pds «stanno scendendo in campo ad uno a uno - aggiunge - tutte le personalità dello spettacolo del gruppo. Si tratta di un lunghissimo interminabile spot ingannevole», [g. tib.] Il pidiessino Paolo Hutter
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