Parigi: la misura è colma E invia la portaerei Foch
Parigi: la misura è colma E invia la portaerei Foch Parigi: la misura è colma E invia la portaerei Foch BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il ministro della Difesa francese Charles Millon ha ipotizzato ieri sera che i Caschi blu francesi possano attaccare di nuovo i serbobosniaci, affermando che «la misura è colma e ci sono limiti che non possono essere oltrepassati». Parlando alla televisione «France 2», Millon ha detto che il contingente francese è «certamente» pronto a condurre nuove azioni contro le aggressioni serbe e che «i Caschi blu non possono accettare di essere presi in ostaggio o di essere utilizzati come scudi umani». Il ministro ha aggiunto che l'Unprofor dovrebbe possedere i mezzi concreti per interporsi tra i belligeranti, precisando però che in questo conflitto non esiste soluzione militare e che le trattative diplomatiche sono «ben avviate». Comunque Parigi ha deciso di inviare la portaerei «Foch» con due navi appoggio nelle acque del¬ l'Adriatico, per «rafforzare il dispositivo» del contingente francese nell'Unprofor. Da parte sua il capo di stato maggiore delle forze armate francesi, ammiraglio Jacques Lanxade, in una conferenza stampa ha dichiarato: «Siamo decisi a mantenere nel conflitto l'atteggiamento della maggior fermezza possibile». Chirac, chiarendo che bisogna ridefinire il mandato delle forze dell'Onu in Bosnia se si vuole evitare il peggio, ieri ha telefonato ad Eltsin, per esprimergli «la preoccupazione della Francia per la drammatica crisi» e per sollecitare un suo intervento presso i responsabili serbi. Ed il neo presidente ! francese nelle stesse ore ha anche telefonato a Boutros Ghali, per passargli una richiesta ed una minaccia. Se i Caschi blu non saranno messi al sicuro dagli agguati dei serbi, se lo scopo della loro missione non sarà chiarito, se infine la Nato non sarà autorizzata a mostrare unghie e denti agli uomi- ni di Karadzic, la Francia ritirerà il proprio contingente. La partenza del contingente francese, il più numeroso, significherebbe la fine della missione Onu in Bosnia. E' stata proprio la Francia - la più colpita dalla tracotanza dei serbi - a chiedere il pronunciamento di tutti i fori diplomatici internazionali: il gruppo di contatto per i negoziati sulla Bosnia, il Consiglio Atlantico della Nato, il Con¬ siglio di sicurezza dell'Onu. Sul fronte diplomatico la giornata di ieri è iniziata così, con consultazioni, incontri improvvisi, ed improvvise partenze. Il Segretario alla Difesa Usa, William Perry, ha interrotto la sua visita a Napoli, ed ha raggiunto Londra, dove all'aeroporto di Gatwick ha visto i colleghi britannico e tedesco. Nel pomeriggio il Cremlino ha annunciato la partenza per la Jugoslavia di due «pesi massimi» del governo russo: il ministro degli Esteri Andrej Kozyrev e quello della Difesa Pavel Graciov. Oltre Chirac anche i leader di Germania e Gran Bretagna avevano chiesto l'intervento di Mosca, e già ieri mattina un portavoce di Eltsin aveva assicurato che «il presidente farà tutto il possibile per ottenere la liberazione dei Caschi blu presi in ostaggio, fra i quali vi sono anche cittadini russi». Al quartier generale della Nato, a Bruxelles, gli ambasciatoli dei 16 Paesi dell'Alleanza hanno condannato «l'uccisione e la detenzione» dei Caschi blu, «il barbaro bombardamento» di Tuzla. Ma soprattutto hanno confermato la disponibilità ad intraprendere «ulteriori azioni» militari, minacciando inoltre «misure addizionali» per «sostenere le forze di pace dell'Onu. E il Consiglio di Sicurezza ribadiva: «Non accettiamo ricatti». [f. s.l La Nato: «Non accettiamo ricatti, i raid continuano» Kozyrev parte per Belgrado Il segretario generale dell'Alleanza atlantica, il belga Willy Claes A centro pagina un miliziano serbo-bosniaco (FOTO REUTER)
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