IL CONFLITTO E IL SUO VERO NODO

IL CONFLITTO POLITICA E TELEVISIONE IL CONFLITTO E IL SUO VERO NODO AVEVO scritto alcuni giorni fa su questo giornale che il problema più serio da risolvere, per avviare la nuova fase della Repubblica verso un regime normale di alternanza, non erano tanto le tre televisioni di Silvio Berlusconi, quanto il fatto senza precedenti nei Paesi democratici che il creatore e il reale possessore di queste tre grandi macchine di formazione del consenso avesse costituito un proprio partito personale, di cui è il capo indiscusso, e forte di questo inconsueto sostegno - inconsueto per un politico - si fosse lanciato in una campagna elettorale che lo ha condotto rapidamente a diventare presidente del Consiglio. Continuando a possedere e le macchine del consenso e il partito che se ne serve, ora Berlusconi affronta la campagna per i referendum ostinandosi a negare che esista un problema di ridistribuzione del potere televisivo. E' ormai chiaro a tutti, e non può sfuggire all'accortezza del protagonista di questi ultimi due anni della nostra storia, che il dibattito sui referendum tv diventa tanto più incandescènte (tale eia esser definito da lui medesimo un giudizio di Dio) quanto più uno dei due principali contendenti non è un imprenditore qualunque, ma il capo riconosciuto di uno dei due schieramenti in lotta per il potere. Conflitto incandescente. Ma chi può spegnerlo se non colui che lo ha acceso? Capisco il problema di un orgoglio ferito, il rammarico, anche la rabbia, per non poter soddisfare pienamente le grandi ambizioni, nono stante le capacità ecceziona li e invidiabili dimostrate nel creare imprese e nel raccogliere consensi. Ma chi si è assunto il compito di difendere gli interessi della nazione, e lo va ripetendo a Norberto Bobbio CONTINUA A PAG. 6 SECONDA COLONNA

Persone citate: Berlusconi, Norberto Bobbio, Silvio Berlusconi