Segni: il pds ha troppa fretta

Segni: il pds ha troppa fretta Segni: il pds ha troppa fretta «Prodi leader del Centro che ha grinta» IL FRONTE DELL'ULIVO ROMA ENTRE D'Alema lo accusa di frenare, lui accelera: non vorrebbe perdere anche questo, di aereo. Mariottò Segni è quello con la cintura di sicurezza allacciata («le regole, le regole») al fianco della bionda al volante: la signora Vicky, che naviga verso Fiumicino con robusta maestria, dentro il traffico caciarone del pre-weekend. Onorevole, state sbandando. «Veramente trovo che mia moglie guidi piuttosto bene». Non la signora, il Centrosinistra. «Meno male che si comincia a litigare. Io voglio un'alleanza maschia, non una confraternita di volemose bene». Ne vuole sempre a Prodi? «L'ho appena sentito al telefono», n «Prof» le ha chiesto di iscriversi al suo partito? «No, sono io che gli ho consigliato di non farlo. Un partitino in più peggiora solo le cose». Ma non era lei a volere l'Ulivo? «L'Ulivo è una pianta, non l'ennesimo cespuglio. Tutti uniti, da Zanone ai Verdi, passando per noi democratici e i popolari di Bianco. Eccolo, il Centro che ha grinta». «El Grinta» Prodi? «Prodi sarebbe il primo ad avvantaggiarsene. Altrimenti continueranno a dire che dietro i suoi occhiali ci sono i baffetti di D'Alema». E' vero? «No, ma...». Cosa vi siete detti? «Ci siamo scambiati speranze e timori». Chi ha più paura? «Prodi preferisce fare in fretta, forse teme di perdere l'effetto-novità. Invece rinviare le elezioni alla primavera prossima farebbe bene, nell'ordine, al Paese e a lui». Lo dica a D'Alema. «Gliel'ho già detto. "Al voto al voto, che stavolta si vince" mi sembra un film già visto. Lo interpretava Occhetto, nell'inverno del '93». D'Alema ha ghignato? «D'Alema ha fretta perché vuole andare alle elezioni sulla scia di un congresso estivo che rafforzerà l'immagine del suo partito. Ma temo che la fretta di qualche nostro alleato derivi anche da un'illusione». La certezza di vincere subito? «Il timore di perdere poi. L'idea che sia più facile battere adesso un Berlusconi calante che la primavera prossima un Di Pietro, o altri, montante». Perché, non è forse vero? «Berlusconi non è facilmente sostituibile». Dirlo nella giornata dell'arresto di Dell'Utri è segno di grande stima. «Berlusconi è l'uomo che mi ha battuto». Per questo è unico? «Se si logora lui, il centro-destra non troverà un sostituto tanto facilmente. Soprattutto non lo troverà abbastanza in fretta per poterlo opporre a Prodi nel '96 con identiche possibilità di successo». Prodi e D'Alema mordono il freno. Possibile che solo lei non voglia andare a votare? «C'è un governo che va». Un governo di destra... «Un governo sano. Lasciamogli fare la Finanziaria e il rientro nello Sme. Intanto realizziamo in Parlamento qualche riforma, almeno quelle minime, di garanzia per chi perderà le elezioni. E non ho perso le speranze sul doppio turno e la designazione del premier». Non c'è un motivo di bottega? «Rimpannucciare» il Centro, come maligna D'Alema? «D'Alema è intelligente e il pds ha senso dello Stato. Ma ogni tanto anche da loro prevalgono spinte egemoniche ed egoistiche. Qualcuno immagina il centro-sinistra così: tutti i laici dentro il pds e un partitino cattolico come unico alleato». Forse D'Alema teme fregature tipo Grande Centro... «A quella roba non ci crede nessuno, neppure Bossi che ne parla solo per alzare il prezzo dell'accordo. Il Centro siamo noi e abbiamo già scelto con chi stare. Con la sinistra. Oltre a privatizzare, infatti, bisognerà anche rifondare lo Stato: far funzionare gli ospedali, licenziare i fannulloni e far arrivare i treni in orario: tutte cose che non puoi fare senza l'appoggio dei sindacati e del pds». Allora ha ragione Fini, che da quando avete contribuito a far fallire l'accordo anti-referendum la chiama «estremista di centro». «Fini dimentica che il capofila degli estremisti è il conservatore inglese John Major, che ha appena presentato un antitrust molto più feroce del nostro». Non pensa mai che al posto di Prodi potrebbe esserci lei? «Devo essere sincero?». Veda un po'. «Riconosco di essere ambizioso, ma il candidato è Prodi e lo appoggerò lealmente fino in fondo. Purché ricominci la rivoluzione interrotta, quella delle regole. Vede questa cintura di sicurezza? Liberali sì, ma con cintura, sempre». Massimo Gramai lini

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