«Preghiamo per l'Italia»
L'arcivescovo di Perugia Antonelli scelto come successore di Tettamanzi alla guida della Cei L'arcivescovo di Perugia Antonelli scelto come successore di Tettamanzi alla guida della Cei «Preghiamo per l'Italia» // Papa: «Il Paese è in di\ CITTA' DEL VATICANO. Pre ghiamo per l'Italia, perché il futuro è tutt'altro che chiaro: Giovanni Paolo II parla a tutti i vescovi italiani, riuniti in Assemblea a Roma; un discorso in cui i toni di incertezza e di dubbio prevalgono su quelli dell'ottimismo. Coglie l'occasione per rendere pubblica la nomina del nuovo segretario della Conferenza Episcopale, Mons. Ennio Antonelli, fino ad ora arcivescovo di Perugia, in sostituzione di Mons. Dionigi Tettamanzi, chiamato alla sede episcopale di Genova. E annuncia che sarà a Palermo, a novembre, durante i lavori del Convegno di tutta la Chiesa italiana. «A Dio piacendo - ha detto - avrò la gioia di essere con voi a Palermo». Una decisione non priva di coraggio; i responsabili della sicurezza hanno tirato un grosso respiro di sollievo, quando Giovanni Paolo n è ripartito da Catania, nel novembre scorso. Giravano voci inquietanti; e certamente a Palermo intorno al Pontefice preoccupazione e protezione raggiungeranno un massimo storico. La «grande preghiera» per l'Italia, una preghiera a «tappe», ha segnato l'anno passato. «Quest'esperienza deve continuare - ha detto il Pontefice - perché molte incognite permangono e le difficoltà sono tutt'altro che superate». Papa Wojtyla ha ricordato la sua ammirazione «per le tante qualità del popolo italiano e per la ricchezza del suo patrimonio civile e religioso». Ha fiducia nel futuro; ma «oggi, di fronte alle difficoltà economiche, sociali e politiche che il Paese attraversa, esprimo il mio cordiale incoraggiamento». Ai vescovi il Papa augura «il discernimento e il coraggio necessari» a cogliere «la volontà di Dio nel momento presente». Ai cattolici, e in particolare a quelli impegnati in politica, le raccomandazioni sono più dettagliate. E' op¬ portuno che «ciascuno recuperi e mantenga una solida spiritualità»; lo strumento indispensabile - così appare dal discorso - per «discernere in chiave evangelica i segni del bene e del male ed avere la forza interiore sufficiente per affrontare senza paure le situazioni inedite e le diverse sfide che il mondo contemporaneo presenta». Ma soprattutto i cattolici non devono arroccarsi in un ghetto; devono aprire il dialogo con tutti, perché «solo così» sarà possibile far passare il messaggio, «ottenendo sui valori fondamentali il consenso e la collaborazione anche di chi non condivide la stessa visione di fede». L'obiettivo è far trionfare la «cultura dell'amore e della solidarietà». E' la situazione economica, che evidentemente preoccupa il Pontefice. «Merita di essere sottolineato - ha detto, rivolgendosi ai vescovi - il rapporto fra le esigenze della libertà, l'affermazione della giustizia e la ricerca della solidarietà su cui voi intendete insistere, vedendovi un dono e un'esigenza del Vangelo della carità». Il Convegno di Palermo ha come titolo: «Il Vangelo della carità per una nuova società in Italia»; la Chiesa è fortemente preoccupata per la situazione economica e sociale del Paese, e non condivide le spinte a un «neo-liberismo» selvaggio affioranti con frequenza. «Libertà e giustizia, d'altra parte - ha detto Giovanni Paolo II - richiedono l'esercizio di un'effettiva e generosa solidarietà, così che i diritti e i doveri di tutti possano essere rispettati». Ma «non mancheranno certo le difficoltà», per i vescovi, «in un mondo non di rado sordo o indifferente». E ha terminato con un'immagine apocalittica, relativa all'appuntamento in Sicilia: quella del Cristo che «viene ad abbattere le tenebre del mondo». Marco Tosarti
Persone citate: Antonelli, Dionigi Tettamanzi, Ennio Antonelli, Giovanni Paolo, Giovanni Paolo Ii, Papa Wojtyla, Tettamanzi
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