Resurrezione sulla Tienanmen

Soltanto ieri altri due appelli per la democrazia, uno firmato dai protestanti Soltanto ieri altri due appelli per la democrazia, uno firmato dai protestanti Resurrezione sulla Tienanmen Valanga di petizioni (e arresti), 6 anni dopo PECHINO NOSTRO SERVIZIO Pagine e pagine di petizioni che arrivano ogni giorno via fax e dissidenti che chiacchierano tranquillamente al telefono dei loro amici fermati, poco prima che arrivi il loro turno. Il sesto anniversario dei fatti di Tienanmen, il 4 giugno, si annuncia diverso da tutti quelli che l'hanno preceduto. A Pechino non si respira più la rabbia e il terrore dei primi anni, né c'è il letargo dell'ultimo periodo. Ma non è ancora chiaro che cosa c'è nell'aria o cosa di preciso succederà nei prossimi giorni. Ieri ben due lettere aperte sono arrivate ai giornalisti stranieri a Pechino. Nei giorni precedenti ne era arrivata un'altra firmata da 45 scienziati e dissidenti celebri e si era saputo di un messaggio siglato da 56 personalità della letteratura e dell'arte che dovrà essere reso pubblico il 31 maggio. Questo attivismo dei dissidenti va mano in mano con un atteggiamento più discreto delle autorità. Esse hanno preso l'insolita iniziativa di offrire a molti dissidenti di Pechino una vacanza (letteralmente) fuori città fino a dopo il 4 giugno. Alcuni hanno accettato, altri, come Liu Nianchun, hanno rifiutato e sono in stato di fermo. Il nuovo governo cittadino, guidato da Wei Jianxin, capo della commissione di disciplina del partito e molto vicino al presidente dell'Assemblea del popolo (Parlamento), il riformista Oiao Shi, è comunque fermo: nessun agitatore deve dar fastidiò a piazza Tienanmen a Pechino il 4 giugno. Circa una ventina di dissidenti rimasti nella capitale sono stati fermati. Alcuni sono stati già rilasciati dopo qualche ora di detenzione, altri sono tuttora in stato di fermo. Altri ancora, come Wang Xizhe, residente a Canton, sono stati rilasciati e rimandati nella loro città. Stessa sorte probabilmente hanno subito altri dissi¬ denti arrestati a Pechino ma non residenti in città, come per esempio il critico letterario Liu Xiaobo. Era da molto tempo che Pechino non assisteva a una simile ondata di fermi. Due giorni fa sono stati fermati e rilasciati altri quattro dissidenti (Chu Hailian, Zhou Duo, He Zongzhe, He Depu) e ieri ne è stato fermato almeno un altro, un attivista protestante, Xu Yonghai, secondo firmatario della petizione dei 56. Ciò nonostante si sente nell'aria un vento diverso. Molti dissidenti sono più moderati che in passato, danno credito alla nuova coppia alla guida della politica cinese, Jiang Zemin (segretario del partito) e Qiaò Shi, e riconoscono i successi ottenuti dal governo cinese nel campo dell'economia. Xu Liangying, primo firmatario della petizione dei 45, dice espressamente di cercare un dialogo con la leadership del Paese e di non volere un'opposizione dura. I dissidenti non sono però un mondo unitario. Una delle lettere aperte arrivate ieri e firmata da dieci persone, tre delle quali sono in campo di lavoro già da un anno, è ben più radicale. Tocca il delicatissimo argomento delle modifiche costituzionali e chiede un maggior ruolo per l'Assemblea del popolo, che diventi un vero Parlamento. Poi vuole che la Cina rinunci costituzionalmente all'uso della violenza per il mantenimento dell'unità della patria. Tale clausola è fondamentale per i rapporti con Taiwan. Anche di recente Pechino non ha escluso il ricorso alla violenza se nell'isola vincesse il par- tito progressista che chiede di proclamare ufficialmente l'indipendenza, rinunciando quindi a qualunque ipotesi di riunificazione. In un'altra lettera aperta, arrivata sempre ieri, un gruppo di protestanti (l'Associazione cristiana di Pechino dello Spirito Santo) denuncia la situazione dei poveri in Cina e chiede il rispetto della dignità umana e garanzie di sicurezza della persona. L'argomento è molto delicato perché tocca direttamente le questioni dello scontento sociale create con lo sviluppo economico. Francesco Sisci fermati. Alcuni sono stati già rilasciati dopo qualche ora di detenzione, altri sono tuttora in stato di fermo. Altri ancora, come Wang Xizhe, residente a Canton, sono stati rilasciati e rimandati nella loro città. Stessa sorte probabilmente hanno subito altri dissi¬ cessi ottenuti dal governo cinese nel campo dell'economia. Xu Liangying, primo firmatario della petizione dei 45, dice espressamente di cercare un dialogo con la leadership del Paese e di non volere un'opposizione dura. I dissidenti non sono però un Fra La Piazza Rossa e immagini di prostitute moscovite

Persone citate: Francesco Sisci, Jiang Zemin, Wang Xizhe, Zhou Duo