I sindacati Perchè Luigi cerca la rissa?

I sindacati I sindacati «Perché Luigi cerca la rissa?» ROMA. <(Abete è in preda a una forte ossessione da previdenza»: è la prima reazione dei leaders di Cgil-Cisl-Uil, appena il presidente della Confìndustria ha concluso la sua relazione all'assemblea ordinaria. Pietro Larizza, segretario generale della Uil, è certamente il più duro. «Ad Abete - dice-glisi'è paralizzato il cervello. Quasi tutto il suo intervento è stato dedicato alle pensioni e questo significa che non ha fantasia». Per la Cisl, Sergio D'Antoni denuncia un'altra «assurdità»: ((Abeteparla solo di quello che devono fare gli altri, ma dimentica di dire ciò che dovrebbero fare le imprese». Sergio Cofferati, capo della Cgil, insiste: «E' incomprensibile l'insistente ostilità di Abete nei confronti dell'accordo fra governo e sindacati sulle pensioni. E' un'intesa equilibrata, che risponde alle esigenze del Paese: per questo mi auguro che il parlamento, nella sua autonomia, traduca rapidamente la riforma in legge, senza considerare l'ennessima sollecitazione del presidente degli industriali». Ma, l'attacco ad Abete non si esaurisce qui e conferma la profonda frattura verificatasi, per la prima volta dopo parecchi anni, nei rapporti tra sindacati e Confìndustria, a ridosso dell'accordo sulla riforma previdenziale. «Abete sbaglia - incalza D'Antoni - perché questa volta le nostre carte sono in regola: abbiamo contenuto i salari ed abbiamo fatto un'intesa coraggiosa sulle pensioni». E, secondo Cofferati, sbaglia anche per l'enfasi data alla flessibilità salariale come strumento per vincere la crisi occupazionale nel Mezzogiorno. «L'ipotesi di Abete al riguardo - spiega - è antistorica. La flessibilità è già insita nelle regole che abbiamo definito; non si può assolutamente immaginare alcuna differenza nelle dinamiche contrattuali e, di conseguenza, per i salari. Nelle realtà meridionali i problemi non si possono risolvere con la flessibilità: l'unica cosa di cui c'è bisogno è di nuovo lavoro». Invece, avvertono i tre leaders, è bene che governo ed imprese siano molto attenti al problema dell'inflazione. E' indispensabile, sottolinea Larizza, una lotta seria, documentata e concreta contro i fenomeni inflazionistici: «Non è colpa dei lavoratori, non è colpa del salario se c'è un'inflazione che rischia di andare per i fatti suoi. Noi vedremo i comportamenti del governo, dell'industria, del commercio, ma se resta questo differenziale tra inflazione programmata e quella reale, noi abbiamo il dovere di recuperare il potere di acquisto decurtato». Come? Larizza chiede che il recupero avvenga attraverso i contratti integrativi, Cisl e Cgil al momento della verifica biennale dei contratti nazionali. Gian Cario Fossi

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