Abete più libertà basta monopoli di Roberto Ippolito

Il presidente della Confìndustria: torneremo nello Sme solo se fermiamo prezzi e salari Il presidente della Confìndustria: torneremo nello Sme solo se fermiamo prezzi e salari Abete; più libertà, basili monopoli «Ma non è con i referendum che si risolvono i problemi» ROMA. Tutti da Luigi Abete, giovedì mattina. Il presidente della Confìndustria inaugura ieri il quarto e ultimo anno del suo mandato con una grande festa. All'assemblea dell'associazione c'è quasi tutta l'Italia che conta. E sotto gli occhi di tanti potenti, Abete attacca le «rendite», per favorire le privatizzazioni e la concorrenza, e lancia la proposta di «un patto per l'Europa», un maxi accordo sociale che miri in; nanzitutto a frenare l'inflazione, con la rinuncia dei lavoratori a rivendicazioni salariali, e punti poi a consolidare lo sviluppo, per stare al passo della crescita europea. Un'intesa anti-inflazione sta a cuore anche a Lamberto Dini: «Il governo intende promuovere un incontro congiunto» annuncia. Fra Abete e Dini riesplode però il netto contrasto sulla riforma previdenziale. A Dini che guida il governo, a Silvio Berlusconi e Romano Frodi desiderosi di succedergli, al segretario del pds Massimo D'Alema debuttante all'assemblea confindustriale, a Gianfranco Fini, a tutti i politici presenti, Abete ricorda che la Confìndustria è apartitica e agovernativa. Tuttavia «deve essere dentro la politica, ma lontana dai partiti». E «sempre più marchio di qualità per la modernizzazione». E i referendum, tema caldo di questi giorni? Per Abete «qualunque sia il loro esito, i problemi rimarranno sul tavolo. Certamente irrisolti, forse radicalizzati». Insomma, i refe¬ rendum non sono «la via migliore per dare risposta a problemi complessi come quelli dell'assetto televisivo, ovvero a problemi specifici quali le rappresentanze sindacali». Il presidente della Corifindustria enuncia dal palco le sue proposte per la costruzione di una società liberale, che abbatta le «rendite». Ne individua cinque contro le quali chiede «una lotta senza quartiere: la rendita finanziaria, la rendita as- sistenziale, la rendita burocratica, la rendita monopolistica e quella sorta di rendita ontologica che si sostanzia nella difesa di tutto ciò che esiste contro il "nuovo"». In questa ottica nasce la proposta di Abete per «un patto per l'Europa». Il presidente della Confìndustria constata che l'inflazione «deriva dai prodotti importati e dalla svalutazione della lira», invitando a operare per il recupero valutario e auspicando il rientro nello Sme. E indica i comportamenti da tenere: «Lo Stato riduca la sua spesa corrente; la banca centrale governi la moneta in modo coerente con un'inflazione europea; le imprese assorbano i maggiori costi con ulteriori progressi di produttività; i servizi pubblici si aprano al più presto alla concorrenza ove è limitata; il sindacato mantenga coerenza con la politica dei redditi consapevolmente assunta; i consumatori utilizzino la facoltà di scelta per condizionare produzione e distribuzione». La lunga relazione di Abete è rivolta soprattutto al futuro. Quando si sofferma sul passato più recente, i toni diventano aspri. L'accordo dell'8 maggio tra governo e sindacati sulle pensioni è di nuovo bocciato: «Il tempo deciderà chi ha vinto e chi ha perso nella "vertenza" delle pensioni. A nostro parere, quello che oggi viene vantato come un risultato positivo si rivelerà una vittoria di Pirro». «Si può considerare rigorosa una riforma - si chiede che non consegue i risparmi di spesa necessari, da qui al 2004, e introduce ulteriori rilevanti costi contributivi per imprese e cittadini?». E ancora: «Si può considerare equa una riforma che lascia in vigore le pensioni di anzianità, che meglio sarebbe chiamare con il vero nome cioè di "giovinezza"?». Abete invita il Parlamento a decidere «maggiori risparmi». Poi lancia la nuova stoccata al governo sulle privatizzazioni, invocando la contestualità per i pubblici servizi con la liberalizzazione, cioè la fine dei monopoli. Il suo obiettivo è soprattutto l'Enel. Chiede che lo Stato affidi all'Enel per il suo servizio «tre diverse concessioni», di cui in esclusiva solo «quella per la trasmissione». Verrebbero cioè liberalizzate produzione e distribuzione. Ma il ministro dell'Industria Ciò ripete il suo no. Roberto Ippolito Le pensioni? Vittoria di Pirro Il Parlamento aumenti i risparmi» Luigi Abete Sotto, da sinistra Mario Monti Silvio Berlusconi e Tronchetti Provera Nella foto a fianco Massimo D'Alema Gianfranco Fini e il presidente dell'Olivetti De Benedetti

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