Anche bombe al fosforo su Sarajevo in agonia

Il nuovo capo del partito, Tony Blair «Per la politica fu come i Beatles» L'Onu: i serbi usano armi proibite Anche bombe al fosforo su Sarajevo in agonia Improvvisa impennata del conflitto Un bimbo di 2 anni tra le 5 vittime ZAGABRIA. Brusca impennata delle ostilità ieri a Sarajevo dove i serbi hanno utilizzato, secondo fonti dell'Orni, «almeno una granata al fosforo» nel corso di violentissimi scontri con i bosniaci che si sono conclusi, ha detto in serata il ministro della Sanità bosniaco, con un bilancio di 5 morti e 24 feriti, tutti civili tranne un Casco blu francese, ferito a una spalla da una scheggia. Secondo Radio Sarajevo una delle vittime, cadute nei quartieri musulmani, sarebbe un bambino di 27 mesi. Le fonti serbe non hanno fornito un loro bilancio ma l'agenzia Srna ha dato notizia, non confermata, dell'uccisione di una bambina di 8 anni a Vraze, nella zona serba della città. I combattimenti, iniziati alle 9, si sono gradualmente intensificati nel corso della mattinata proprio mentre a Belgrado giungeva Aleksandr Zotov, inviato dal presidente russo Eltsin con l'incarico di riprendere con il presidente serbo Milosevic un'informale trattativa per il riconoscimento della Bosnia. Analoga «maratona negoziale», portata avanti dall'inviato americano Robert Frasure, si era conclusa martedì con un sostanziale fallimento di fronte alla irremovibili tà di Milosevic che, informano fonti diplomatiche, insiste nel chiedere una «revoca globale» delle sanzioni in cambio del riconoscimento della Bosnia. La ripresa delle ostilità nella capitale bosniaca ha avuto, sulla base dei notiziari di Radio Sarajevo, un crescendo drammatico. L'emittente ha denunciato il «ricorso ai gas» da parte dei serbi che ha accusato di indiscriminati bombardamenti contro i civili nei quartieri di Dobrinja, Bistrik, Bjieleva e Vogosca. I vertici dell'Unprofor in Bosnia si sono mobilitati riuscendo infine ad ottenere dai comandanti militari serbo e bosniaco, Mladic e Delie, la promessa di arrestare le ostilità. Un portavoce dell'Onu ha detto di ritenere che ieri sia stata usata almeno una bomba al fosforo. «La mia supposizione è basata sull'addestramento militare - ha detto il tenente colonnello Gary Coward -. Ho visto la registrazione televisiva dell'impatto di una granata nei pressi del mercato cittadino e credo che quello sia stato fosforo bianco». Coward ha detto che le bombe al fosforo «sono usate dai Paesi della Nato come ordigni fumogeni ma esse possono essere usate in modo distruttivo perché bruciano. Queste tracce nell'aria sono particelle di fosforo da cui, al contatto con l'aria, iniziano a sprigionarsi ondate di fumo. Ma se queste particelle entrano a contatto con la pelle umana, producono gravi ustioni». Il portavoce ha detto che l'analisi del cratere prodotto dalla bomba potrebbe confermare se sia stata una bomba al fosforo e chiarire da quale parte sia stata sparata. Altre fonti Onu hanno detto che la granata, che viola le convenzioni di Ginevra sulle aimi, probabilmente è stata sparata dalle linee serbo-bosniache a Nord della capitale. Mentre a Sarajevo la «granata al fosforo» andava ad arricchire il sinistro lessico della guerra, sul fronte di Bihac i musulmani del 5° corpo d'armata ottenevano per il secondo giorno consecutivo altri successi militari. Successi riconosciuti dagli stessi serbi di Bosnia il cui leader Karadzic ha nuovamente manifestato la propria disponibilità a discutere il piano di pace elaborato dal gruppo di contatto purché «siano i serbi di Pale (e non quelli di Belgrado) a sedersi al tavolo del negoziato». [Ansa]

Persone citate: Coward, Eltsin, Gary Coward, Karadzic, Milosevic, Mladic, Robert Frasure, Srna