Santoro: finita la politica-teatrino

Santoro: finita la politila-teatrino La trasmissione sta per finire e il conduttore attacca: tornerò alla gente Santoro: finita la politila-teatrino «Ma vorrei portare Bettino Craxi a Tempo Reale» IL CASO BATTAGLIA SULLA TV IROMA L teatrino della politica è finito», dice Michele Santoro, anima e animatore dell'unico programma politico rimasto in prima serata: «Tempo reale» di Raitre, 5 milioni e mezzo di spettatori per 20 puntate con intervallo da par condicio. «Lo spettacolino Fini-D'Alema, D'Alema-Fini io non lo voglio fare più. Piuttosto voglio Bettino Craxi per cercar di capire se il craxismo è finito ad Hammamet con la Prima Repubblica o se invece come mi pare è rimasto dentro le persone che lo hanno praticato e che ancora stanno in giro. Voglio tornare alla gente. Non perché si contrapponga al Palazzo però, ma perché si guardi dentro e racconti bene la sua storia»! Polèmico, involuto, complicato, egocentrico Santoro, a due giorni dalla conclusione di «Tempo reale», definito da lui stesso «il primo programma interattivo della tv», ha sparato a zero contro tutti. La multa impostagli dal Garante per la violazione della «par condicio»? «Siamo stati messi sul piatto della bilancia come una testa pesante per riequilibrare provvedimenti che riguardavano anche altro soggetti. Una decisione che ha fatto ridere i polli. E infatti i polli hanno riso. Ma una decisione che ha sottratto informazione nella campagna elettorale e questo ha assunto un significato oscuro». I referendum sulla tv? «Meglio sarebbe stato fare una nuova legge. A partire dalla Rai che va riformata. In questo modo nessuno, Berlusconi per primo, poteva sospettare che ci fosse un accanimento personale». La tv di oggi? «Moriremo di noia se non si fa presto a cambiarne le regole. Io, per me, partirei subito con TeleSogno, ma Costanzo non è d'accordo. D'altra parte quel che si è mosso fino ad oggi è poco, pochissimo. Funari che vuole una rete per le televendite? E' una storia che non mi interessa. Cecchi Gori che sosti¬ tuisce Tana de Zulueta con un protetto di Martinazzoli? Non mi pare un segno di vivacità. Pippo Baudo su Raiuno e II bagaglino su Canale 5 che fanno il pieno di telespettatori? Sai che bel risultato. E il pluralismo dell'offerta dove lo mettiamo?». La tv del domani? «Non c'è più una fabbrica di televisione sperimentale. Raitre è morta e sepolta. Ma non l'ha uccisa Locatelli né i nuovi vertici della Rai. Era già morta prima. Detto questo considero un crimine che un uomo dall'ingegno creativo come il vecchio direttore di Raitre Guglielmi resti inutilizzato». I sondaggi tv cancellati in fretta dal suo programma? «Scelta inevitabile. I sondaggi sono diventati uno scandalo nazionale. C'è stato qualcuno che fino a 24 ore prima delle elezioni trasmetteva a un certo 144 percentuali di sondaggio sbagliate. E non di un punto o due, ma di molti punti in percentuale. E cos'è questa se non propaganda surrettizia? Eppure né il governo né il Parlamento se ne sono preoccupati. Faccio fatica a farne a meno perché i nostri sondaggi potevano essere avventati ma mai di parte. Però ho dovuto rinunciarci». I progetti futuri? «Si chiude giovedì con una puntata sulla tv con Confalonieri, D'Alema, Fini, Costanzo e Baudo. E la telenovela politica finisce. Si riparte subito invece con tre speciali sui Beni culturali, visti da sopra e da sotto, per raccontare il nostro Paese e il suo sfruttamento». [si. ro.] A sinistra: l'ex segretario psl Bettino Craxi Qui accanto: Michele Santoro

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