Villaggio: lasciateci comprare

Villaggio: lasciateci comprare Villaggio: lasciateci comprare Per Busi «gli italiani han già troppo» RI AZIONI LO SHOPPING DELLA FESTA D IO si è riposato la domenica è vero, ma aveva anche fatto quel che aveva fatto, poveretto...» Paolo Villaggio, alias ragionier Ugo Fantozzi, non capisce proprio la presa di posizione dei vescovi contro l'apertura domenicale dei negozi. «Me la spiego in un solo modo - commenta fra il sorriso e l'amarezza - la Chiesa continua a proporre la sua visione della vita come calvario e sofferenza, e si rifiuta di adattare alla società moderna comandamenti vecchi di seimila anni. Prima quella storia della partita, adesso i negozi. Ma se persino in un Paese così puritano come gli Stati Uniti si può fare shopping nei giorni di festa. Perché soffrire, poi? Prima per lo meno mi devono garantire che nell'aldilà ci sarà un bel premio, e tutti i negozi aperti». E perché «non lasciare i commercianti lavorare e guadagnare di più, se ne hanno voglia?», si chiede anche Marta Marzotto, cui brillano gli occhi a pensare alla «resa» festiva che potrebbe avere la sua nuova collezione di vestiti. A suo parere, il referendum potrebbe portare un notevole miglioramento nella qualità della vita degli italiani. «Basti pensare a tutte quelle famiglie che andrebbero a fare la spesa in gruppo: diventerebbe un momento dì comunione, un modo per fare le cose insieme, una passeggiata, un divertimento. E poi si può anche nutrire lo spirito, andando in una libreria». La Marzotto è contro la demonizzazione del consumismo. «L'incentivo a spendere, non dimentichia¬ mo, è anche quello a far lavorare. E poi la gente oggi vuole tutto e subito, che c'è di male? I tempi che viviamo sono questi. La Chiesa si occupi della salvezza dell'anima e lasci liberi gli italiani». Neanche per Lina Sotis, esperta di «saper vivere», c'è nulla di male nel dedicare il «settimo giorno» allo shopping: «Se la domenica è il giorno dedicato alla famiglia, che cosa è che la unisce di più che dire: "premiamoci"? Certo, non bisogna cedere al consumismo sfrenato, ma qualche piccolo acquisto serve anche a sentirsi più vicini, un po' complici». Quello che va assolutamente contro al «bori ton», sostiene la Sotis, «è portare per l'ennesima volta i cittadini a votare su una questione che non sta a loro decidere. Insomma, che facciano il lavoro per cui sono pagati, i nostri rappresentanti in Parlamento, che stabiliscano le leggi. Ma il fatto è che i nostri politici il saper vivere proprio non lo conoscono». «E' un referendum del tutto inu- tile» concorda lo scrittore Aldo Busi, che guarda con sorridente scetticismo alla «nuova domenica» degli italiani, consacrata allo shopping. «Il vantaggio per il consumatore è minimo, le case sono strapiene di ogni ben di Dio, mica c'è più la spesa di tutti i giorni, si fa scorta ima volta la settimana e si mette la roba nel congelatore. Si è persoo il senso del "pane del giorno prima". E poi sono aperte librerie, farmacie, tabacchi, drugstore, persino i mobilifici. Ti manca pro¬ prio qualcosa? Basta fare al massimo 30 chilometri e si è in un autogrill: non dimentichiamo che i centri turistici hanno già la possibilità di tenere aperto la domenica. E l'Italia non è forse tutta un grande centro turistico?» Il fatto è «che per il piccolo negoziante lavorare la domenica è più uno svantaggio che un vantaggio - sostiene Busi -: i risultati si vedranno in quattro o cinque anni, ce la faranno ad aspettare tanto? Già è gente che lavora sei giorni su sette. E poi c'è il problema della sicurezza, non è facile da garantire ovunque, ci sarà un notevole aumento della criminahtà. Che ci si provino pure, i negozianti, per carità, però saranno più i dispiaceri che i vantaggi». E i timori dei vescovi? «Ma se ormai persino Dio è una forma di consumismo. L'altra sera ho visto un insospettabile entrare in Chiesa, sarà perché ha 65 anni e non si sa mai... hanno trasformato la religione in un investimento sicuro. In un Bot». Raffaella Siiipo La Marzotto: ma fare la spesa insieme unisce le famiglie Da sinistra: Paolo Villaggio, lo scrittore Aldo Busi e Marta Marzotto

Luoghi citati: Italia, Stati Uniti