Negozi Pannella contro Ruini

«L'ostruzionismo di Forza Italia rischia di vanificare il gran lavoro svolto dalla commissione Attività produttive» Divampano le polemiche mentre Bossi tenta le ultime carte per evitare il referendum Negozi, Pannello contro Ruini Ma Bianco e la Lega appoggiano i vescovi ROMA. Ci voleva il cardinal Ruini per dare un po' di pepe agli «altri» referendum, offuscati dalla gran bagarre della questione televisiva e minacciati dal disinteresse della gente. E così la «crociata» dei Vescovi contro l'apertura domenicale dei negozi e la strenua difesa alla cittadella del dì di festa ha sollevato proteste e adesioni, dato una scrollata alla commissione Attività Produttive che da domani presenta un disegno di legge sul tema alla Camera, e fatto litigare per l'ennesima volta Lega e Polo della Libertà. I primi a insorgere sono i Club Pannella: «Il cardinal Ruini - dice il coordinatore Vittorio Pezzuto lancia la crociata antireferendum. Rattuto nella capitale cerca la rivincita nel Paese contro i referendum sul commercio. No agli orari liberi, no all'apertura domenicale. Si tratta di referendum liberali o liberisti, non sorprende che il costume dluna^cultura ostile a questi valori vi si scagli contro. Dopo il no alle partite, ecco il no al referendum e via allegramente verso le domeniche in parrocchia. I cattolici stanno da un'altra parte, come dimostrano quei milioni di consumatori che nei giorni di festa si riversano nei negozi di ogni genere. Tutti atei?». Dalla parte opposta della barricata Gerardo Bianco, segretario popolare, e la Lega Nord. «Condivido in pieno - dice Bianco - l'appello rivolto dal cardinal Rumi per il rispetto del riposo domenicale, che deve essere vissuto anche spiritualmente e in famiglia». Bianco ricorda in proposito che «soprattutto per raggiungere una tale finalità già ieri, con le decisioni dell'ufficio politico, i popolari si sono pronunciati per il No». Con la Cei anche la Lega Nord «benché la nostra convinzione parta da presupposti diversi da quelli religiosi - dicono i deputati Peraboni e Graticola -. Infatti, l'organizzazione delle nostre comunità sociali si basa sul riposo settimanale coincidente con la giornata della domenica. Non prenderne atto significherebbe cozzare contro i diritti di milioni di lavoratori, nonché contro ragioni di organizzazione della vita della città». La Lega preme per l'approvazione delle leggi sul commercio, che eviterebbero il referendum. «Il testo all'esame dell'aula viene incontro alle esigenze di tutte le categorie coinvolte, comprese le minoranze religiose, prevedendo numerose eccezioni alla chiusura domenicale di negozi». Ma, attaccano Peraboni e Graticola, «l'ostruzionismo di Forza Italia rischia di vanificare il lavoro svolto per mesi dalla commissione Attività Produttive. Un lavoro che ha fruttato due testi capaci di conciliare le esigenze liberalizzataci con il diritto alla vita privata dei commercianti al dettaglio e tradizioni radicate nella nostra società. Insomma, tanto zelo referendario da parte di alcuni deputati è veramente strano. Anche perché tra le categorie che premono lobbisticamente sui deputati, i Riformatori si sono dimenticati di inserire i big della grande distribuzione». Da parte loro, i Riformatori annunciano centinaia di emendamenti per le leggi sulla liberalizzazione delle licenze e sugli orari dei negozi già approvate dalla commissione. Paolo Vigevano sottolinea che «l'invito della Cei a votare "no" è una forma di prevaricazio- ne nei confronti dei fedeli di altre religioni sempre più numerosi nel nostro Paese e che, se assecondata, determinerebbe conseguenze paradossali e in contrasto con le esigenze primarie dei consumatori. D'altra parte proprio a questo tipo di pressioni hanno dato ascolto i deputati della commissione il cui testo di legge proclama la libera scelta degli operatori del settore nello stabilire gli orari, ma di fatto ripristina i divieti e le limitazioni della vecchia normativa». A difendere il «suo» progetto di legge arriva il presidente della commissione Alessandro Rubino (Forza Italia): «La commissione Attività Produttive ha dimostrato grande senso di responsabilità durante i tre mesi nei quali ha cercato di dare una risposta legislativa ai problemi del commercio, lavorando anche durante la pausa dei lavori parlamentari per le festività pasquali. E' stato ascoltato chiunque potesse contribuire, e non abbiamo subito nessuna pressione se non quella del buon senso che portava a trovare una soluzione legislativa senza far precipitare il settore del commercio in un regime di deregulation selvaggia, che arrecherebbe i maggiori danni proprio ai consumatori». Quel che è certo, conclude Rubino, è che «prima o dopo il referendum, la legge si dovrà fare comunque». [r. sii] «L'ostruzionismo di Forza Italia rischia di vanificare il gran lavoro svolto dalla commissione Attività produttive» NEGOZI GRANDE DISTRIBUZIONE COSI' IN EUROPA • UN SABATO AL MESE CON APERTURA PROLUNGATA ' SOLO IPERMERCATI LUNEDI7VENERDI' CHIUSURA «LUNGA» SABATO LUNEOI'/VENERDI' CHIIISURA «LUNGA» SABATO APERTURA DOMENICALE BELGIO 9-19 (gli alimentari possono ritardare la chiusura fino alle 20) 10-20 — — — DANIMARCA 9-17,30 Venerdl 9-20 9-12 Come gli altri negozi No GERMANIA 7-18,30 Giovedi 9-20,30 7-14* 9-21** 9-14** No 6RECIA Lun.-merc.-sab. 8,30-15 Mar.-giov.-ven. 8,30-14/17-20 8-20 8-15 SPAGNA 9-13/15-19,30 (indicat) — 9-13/15-19,30 Apertura 24 h Facottativa FRANCIA Orario libera - Orario settimanale da 46 a 54 ore per alimentari g ig Ungiomo n^g Facottativa e da 42 a 50 per non alimentari " alia setrjmana: 9-21 IF! LAN DA 9-18 Giov-ven. 9-21 — 7-23 7-23 ITALIA 9/10-20/21 9/10-20/21 9-21 9-21 PAESIBASSI 9/18,30 Giov. o ven. 9-21 9-18 9-18 Facottativa REGNO UNIT0 Chiusura entro ore 20 9,30-17,30 9,30-17,30 Merc.-giov. 9,30-20 9,30-17,30 Facottativa max 6 ore 6-19,30 6-19,30 m in■> - m Il leader dei Riformatori Marco Pannella

Luoghi citati: Belgio, Danimarca, Europa, Francia, Germania, Italia, Roma, Spagna