IL RITORNO DI GOBETTI

6.. 6.. Atrent'anni dalla morte compaiono gli inediti di Ernesto De Martino, un intellettuale di frontiera, l'etnologo e storico delle religioni che partecipò a tante battaglie culturali nel dopoguerra, fondò con Cesare Pavese la celebre collana viola Einaudi, scrisse libri non dimenticati come II mondo magico, Sud e magia e La fine del mondo. Il piano di pubblicazione lo ha presentato giovedì al Salone del Libro la casa editrice Argo insieme con i primi due titoli, Storia e metastoria e Note di campo. Un percorso ricco di incontri e di discussioni con alcuni dei più vitali pensatori italiani ed europei, quello di De Martino; una personalità inquieta che è ora possibile approfondire meglio. «Ironico, facilmente intollerante - lo ricorda lo psicoanalista Giovanni Jervis, che ne ha scritto nel primo saggio del suo Sopravvivere al millennio, da poco uscito da Garzanti -. E' stato uno dei miei maestri: mi ha dato una visione meno schematica della psicologia». Era il giugno del '59, e De Martino lo invitò a seguirlo nel Salento per guardare da vicino il taranti¬ STORINO I ha come la sensazione, trascorrendo un'ora nel Centro a lui intitolato, così febbrile, così «opera aperta», così riserva di Italia civile, che Piero Gobetti ancora viva, chissà dove, ma viva, e possa riapparire da un momento all'altro. «Noi non avevamo visto morire Piero Gobetti - conforterà sé e gli amici Augusto Monti nel trigesimo (la commemorazione avvenne qui, in via Fabro 6) -; per noi era solamente partito lasciandoci uno "statuto" che a noi toccava serbar intatto finché non fosse tornato». Un cardine dello «statuto» è La Rivoluzione Liberale, «saggio sulla lotta politica in Italia», come recita il sottotitolo di stampo orianesco, che Einaudi ora ripropone (pp. 194, L. 12.000). Ne discuteranno domani al Salone, h. 11, con Norberto Bobbio, Giulio Einaudi e Ezio Mauro, Paolo Flores d'Arcais e Ersilia Alessandrone Perona, autori dei due capitoli introduttivi. La signora, che già aveva legato il suo nome alla precedente edizione (1983), dirige l'Istituto Storico della Resistenza in Piemonte. Formatasi alla «Normale» di Pisa, curatrice appassionata e filologicamente impeccabile del carteggio fra Ada e Piero (Nella tua breve esistenza, sempre Einaudi, 1991), sta lavorando al primo volume della corrispondenza con gli amici, circa cinquemila lettere, atteso per il settantesimo della morte, nel febbraio venturo. Parallelamente, va maturando la biografia di Gobetti, una lacuna che Umberto Morra invano cercò di colmare (ci ha lasciato poche pagine - una lontana strenna Utet - su quella fulminea eppure densissima vita). La Rivoluzione Liberale, dunque. Uscita per i tipi dell'editore bolognese Cappelli (correva il 1924, dirigeva la collana che la ospitò il filosofo socialista Rodolfo Mondolfo), ha collezionato nel secondo dopoguerra quattro edizioni. Se Einaudi potè accoglierla in catalogo (1948, prefazione di Umberto Morra), fu grazie ad Aldo Guerraz: «Tramite lui, ufficiale giudiziario del Tribunale di Torino, recuperai l'unica copia rima sta, in possesso della madre di Pie ro». Il ricordo è di Alessandro Galante Garrone, figlio di un latinista principe, Luigi, per pochi mesi professore di Gobetti nel liceo «Gioberti», in sostituzione di Bai bino Giuliano, richiamato al fron te. «Ho di recente rinvenuto una

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