MORIN: DECLINO IL FUTURO COMPLESSO

Mlldlilìlll Mlldlilìlll 0 a un bilancio ha cercato di a ragionato attenti» che meini e rivelazioni, el secolo. Per nane ha interviimo piano in diletteratura alla rte. Riassumiascelti, a comtìi letture, utile, jiovani e agli iny naturalmente emergono dalle lei nostro ciclo, in quelle che si 1 convegno del >, Sala dei 500, ittorio Foa, Tulli,Nico Orengo tare, che legate).' TULLIO REGGE TULLIO REGGE Einstein, La relatività Dine, La quantistica Fermi, La pila atomica II teorema di Concie! La biblioteca di Borges e / disegni di Escher Mandelbrot, / frattali Crlck e Watson, la doppia elica del Dna, 1953 Il progetto Genoma Johan voti Neu manti, La scienza dei calcolatori. Le opere di Freud e Jung Hubble, L'espansione dell'universo, 1929 Gamow, La prima teoria del big bang, 1948 LUCIANO UDO TULLIO REGGE Heidegger, Le opere Spengler, Il tramonto dell'Occidente Lenin, L'imperialismo fase suprema del capitalismo Hitler, Mein Kampf Truman, il discorso del 1947, la guerra fredda Harendt, Le origini del totalitarismo Aron, Guerra e pace tra le nazioni Adenauer, Incordi La musica di Mahler Proust, Joyce e Musi) Gadda e Calvino La poes'3 di Mallarmé, Celan, Auden, Sanguinea Il teatro dì Brecht eBeckett II teorema di Concie! b La biblioteca di Borges e / dii di Ehpsuprema del capitalismo Hil M pCelan, Auden, Sanguinea Il dì Bht / disegni di Escher Hitler, Mein Kampf gMdlbt fttli pdell'universo, 1929 Gamow, La prima teoria del big bang, 1948 PTORINO ER uscire dal XX Secolo» era il titolo di un suo libro. Edgar Morin è uno dei grandi pensatori del Novecento. Settantaquattrenne, ha attraversato discipline varie, dalla so ciologia all'antropologia all'epistemologia, ed è oggi uno dei profeti del pensiero della complessità. Si ritiene «intellettualmente policentrico»: l'occhio migliore per individuare quelli che sono stati i grandi documenti del secolo. Per uscire dal XX secolo e approdare al terzo millennio, imbarchiamoci con lui che dice: «Non sappiamo dove andiamo, ed è lì che andiamo». Dato il suo policentrismo, quali correnti le viene spontaneo scegliere per indicare una direzione futura? «La frase che ho citato prima è una mia massima, l'ho presa da Ortega y Gasset il quale, anzi, più esattamente pensa che noi non sappiamo ciò che succede, ed è proprio questo a succedere. Per dire che il mio criterio di base è essenzialmente quello della sorpresa. Nella storia culturale del XX secolo che cosa mi ha formato e può essere insieme considerato realmente significativo e contemporaneamente duraturo? Fenomeni, persone, opere che abbiano rappresentato una polivalenza, che pur appartenendo a una cultura specifica sono stati, anzi diventati universali. Non di un universalismo astratto, ma concreto, direi quasi carnale, fisico. Appartenenza al nostro pianeta, la terra per patria». «Terra-Patria» è il titolo di un altro suo libro, più recente. Lei vuole portarci in alto mare, dove le frontiere non sono visibili. Ha comunque un punto di riferimento, una tradizione culturale specifica, intendo, da cui è partito per prendere poi il largo? «Posso dire che la mia tradizione è tanto di scetticismo alla Montaigne quanto di fede alla Dostoevskij. Le correnti da cui mi lascio portare, e che considero utili per individuare ciò che è forma ed insieme significativo e duratura nel nostro secolo, sono le pulsioni