Chirac primo Cordon Bleu di Francia

Fra arte, cinema e letteratura: Bolchi, Bacchelli e una mostra raccontano l'anima della più grande «strada d'acqua» italiana La più celebre scuola di gastronomia del mondo compie un secolo: con un diplomato d'eccezione Chirac, primo Cordon Bleu di Francia // Presidente specializzato nella «Tète de veau» i PARIGI L celeberrimo Cordon Bleu, prima scuola di gastronomia del mondo, compie cento anni. E' un momento di grande gloria per l'istituzione, e non solo per l'anniversario: da qualche settimana un ex allievo della scuola è diventato Presidente della Repubblica. Sì, Jacques Chirac ha seguito i corsi per diventare cordon bleu. Non in alternativa alla carriera politica, probabilmente per ragioni di «francesità» globale, volontà di appropriarsi anche di questo mezzo di conoscenza della sua terra, la cucina. E' stato nel 1980. Per via de¬ gli impegni professionali, fu costretto a un corso accelerato, uno di quelli che non laureano veramente ma solo diplomano, i cosiddetti «Ateliers Gourmets» della durata di cinque giorni. L'allora sindaco di Parigi Chirac vi apprese le nozioni base relative alla cucina regionale francese, la storia della cucina di Bistrot, passeggiò per i mercati della capitale in compagnia di uno dei 26 professori-chefs e si specializzò come apprendista nell'arte della panetteria. E non dimenticò di farsi insegnare come si prepara la Tète de veau, è il suo piatto notoriamente favorito. Fu Chirac uno dei seicento allievi che ogni anno, dal 1895, si iscrivono alla scuola di me Léon-Delhomme per imparare la gastronomia. Oggi il 90 per cento degli aspiranti cordons bleus sono stranieri, appartengono a 50 nazionalità diverse, ma sono per lo più americani e giapponesi. Molti di loro appro- fittano degli stages per imparare la lingua francese e le ricette francesi contemporaneamente. L'iniziativa, di doppiare i corsi di cucina con lezioni di lingua non gastronomica, è stata presa dall'attuale direttore André Cointreau in collaborazione con l'Alliance Francaise, massima istituzione per la difesa e diffusione del francese nel mondo. E' aperto a tutti il corso «Gastronomia e lingua» per la cifra di 220 franchi all'ora (70 mila lire circa) e offre rudimenti duplici. «La lingua internazionale della cucina resta il francese», afferma monsieur Cointreau, nazionalista del ramo. L'espressione «Cordon Bleu» è sinonimo di eccellenza culinaria sin dal XVI secolo. La sua origine risale alla fondazione nel dicembre del 1578 da parte di Enrico III dell'ordine dei Cavalieri dello Spirito Santo. I cavalieri dell'ordine erano chiamati Cordons Bleus perché la croce che brandivano come loro simbolo pendeva da un cordone di quel colore. Il passaggio al significato gastronomico è dato dalla fama di magnificenza che avevano feste e banchetti delle cerimonie dell'Ordine. Da qui il titolo di Cordon Bleu che nel XVIII secolo comincia a esser dato a colui che eccelleva nell'ambito dell'arte culinaria, e alla fine del XIX la creazione di un settimanale intitolato «La Cusinière Cordon Bleu», rivista altamente specializzata. A fondarla era stata una giornalista, Marthe Distel, che vista la fortuna della pubblicazione ebbe l'idea della scuola. Organizzò i primi corsi invitando i grandi chefs dell'epoca a insegnare dando dimostrazioni pratiche del loro sapere. Per ben 32 anni il principale docente fu il famoso Henri-Paul Pellaprat, autore del best seller che tra il 1913 e il 1939 fu venduto in un milione di esemplari: L'arte culinaria moderna, summa di gastronomia e golosità (monsieur Cointreau ne ha di recente curato ima riedizione, Flammarion). Da scuola elitaria, per ragazze di buona famiglia, il Cordon Bleu si è gradualmente democratizzato e attualmente l'unico criterio selettivo è la propensione. «I giapponesi vi imparano non solo le ricette francesi, ma anche a Seicento allievi iscritti all'anno Jacques Chirac

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