«Sonia salva il partito e l'India» di E. St.

L'avvento al potere della vedova del premier ucciso potrebbe riconciliare le fazioni NEW DELHI L'avvento al potere della vedova del premier ucciso potrebbe riconciliare le fazioni «Sonia, salva il partito e l'India» // Congresso si spacca, nuovo appello alla Gandhi NEW DELHI. «Sonia, Sonia»: i militanti delle due fazioni del partito che governa l'India sono d'accordo solo nell'invocare Sonia Maino, la vedova italiana del leader politico Rajiv Gandhi come salvatrice della patria. Il posto di presidente del Congresso, primo passo verso la poltrona di primo ministro, fu offerto per la prima volta a Sonia Gandhi nelle caotiche ore immediatamente successive all'assassinio di suo marito, il 21 maggio del 1991. Sonia rifiutò, come fece in numerose occasioni successive. Ma ora, con il partito spaccato a metà e la prospettiva di una secca sconfitta nelle elezioni politiche che devono essere tenute entro un anno, Sonia potrebbe davvero rompere gli indugi. La scissione - la terza nella centenaria storia del congresso - si è infatti consumata in suo nome. Venerdì scorso 20 mila militanti del partito provenienti da tutta l'India hanno lanciato un attacco frontale a Narasimha Rao, presidente del partito e primo ministro dal 1991. Rao è accusato di aver portato il partito alle recenti sconfitte elettorali - tra l'altro il Congresso ha perso per la prima volta il governo della capitale politica, New Delhi, e di quella finanziaria, Bombay - ma anche di non aver perseguito col dovuto vigore gli assassini di Rajiv Gandhi. Nel turbinio di informazioni più o meno precise e di dichiarazioni più o meno sincere., il leader dei dissidenti Arju Singh - un politico che ha un antico e solido legame con la famiglia Nehru-Gandhi - ha indicato nella lentezza delle indagini uno dei motivi che lo spingono a attaccare il primo ministro. Oggi i dubbi sulla versione ufficiale dell'«assassination» come l'attentato a Rajiv viene chiamato in India - sono numerosi e ben radicati: se è sicuro che a progettare ed eseguire il micidiale attentato nel quale una terrorista suicida uccise, oltre a se stessa e a Rajiv, una trentina di persone, furono dei separatisti Tamil dello Sri Lanka, è tutt'altro che chiaro chi ne sia stato il mandante. L'«assassination» è diventato per l'India qualcosa di simile a quello che per l'Italia è stato il caso Moro. Accuse e controaccuse vengono lanciate da una parte all'altra del mondo politico e il partito è stato sfio¬ rato dal sospetto. L'altro ieri ricorreva il quarto anniversario dell'assassinio di Rajiv Gandhi e i politici delle due fazioni - quella che fa capo al primo ministro Narasimha Rao e quella che fa capo ad Arjun Singh - hanno fatto a gara nel farsi fotografare accanto a Sonia e nel presentarsi nei loro discorsi come i «veri» continuatori dell'opera di Rajiv. Tutti pensano che l'entrata in politica di Sonia o di uno dei suoi due figli, il ventiquattrenne Rahul e la ventiduenne Priyanka, potrebbe riportare il partito all'unità e fargli riguadagnare almeno in parte i consensi perduti. Sono loro gli eredi della famiglia Nehru-Gandhi, che ha dato all'India tre primi ministri. [e. st.]

Luoghi citati: India, Italia