Polonia piange il Papa di Marco Tosatti

Wojtyla: qui i cattolici tornano a essere emarginati Wojtyla: qui i cattolici tornano a essere emarginati Polonia, piange il Pupa «Non tradite Dio e la Chiesa» SKOCZOW dal nostro inviato Papa Wojtyla toma a casa, nei luoghi della sua giovinezza, si commuove e sgrida i suoi connazionali: troppo laici, addirittura intolleranti verso la Chiesa, che pure li ha difesi negli anni del regime comunista. La coda del viaggio nella Repubblica ceca lo porta oltre il confine, in Polonia. Nella diocesi di BielskoBiala è nato Jan Sarkander, ed è nato anche il padre di Giovanni Paolo II. In queste terre ha lavorato come medico il fratello maggiore di Karol, e qui è sepolto, vittima di un'epidemia negli Anni 30. E Giovanni Paolo II ha percorso questi monti infinite volte, da ragazzo, da sacerdote e da arcivescovo. Niente di più naturale dunque che scendendo dall'elicottero, ieri mattina, a Skoczow, non abbia nascosto la commozione, fino alle lacrime, con un accenno di singhiozzo. «Sono stato legato alla vostra città sin dalla prima infanzia ha detto a Bielsko Biala - poiché a Bielsko nacque mio padre; qui e nel circondario abitavano i miei parenti, e nell'ospedale di Bielsko lavorava il mio fratello maggiore, medico, che ivi morì, servendo gli ammalati». Di sicuro papa Wojtyla alla messa nel fango di Skoczow sembrava contento. Ha ascoltato ripetute volte cori «Sto lat», «cento anni», il canto augurale polacco; e un'immagine che di sicuro resterà del viaggio è quella del faccione baffuto di Walesa, sorridente, che accanto al Pontefice si unisce al coro con la sua voce baritonale. Ha ricevuto dalle mani del Presidente della Repubblica l'Ordine dell'Aquila Bianca, ripristinato dopo la caduta del regime. Ha superato con disinvoltura l'incontro con i luterani, che l'hanno accolto con calore e con un coro bellissimo di «Va' pensiero» in versione polacca - ma neanche qui è mancata qualche spina, il responsabile nazionale non è venuto in polemica con il Papa. E infine ha avuto un finale di messa, sempre a Skoczow come ai vecchi tempi: il pastorale levato in aria a benedire, grandi gesti e la «pianeta» agitata dal vento; e poi gesti di saluto e di amicizia ai vescovi, non pochi dei quali ha ordinato sacerdoti egli stesso, da arcivescovo di Cracovia. Insomma, un ritorno alle radici e ai ricordi più lontani del Papa che solo pochi giorni fa ha compiuto settantacinque armi. Ma questa Polonia alimenta amarezze e delusioni in Giovanni Paolo II, non solo melanconie sottili. E non basta certamente a rassicurarlo Walesa che si ingi¬ nocchia, e gli bacia la mano davanti a duecentomila fedeli, o il canto ritmato: «Papa, andiamo insieme, guidaci», mentre rientrava zoppicando in sacrestia. «Il Papa è a Roma, ma con il pensiero e con il cuore egli vi è accanto - ha detto - e i problemi della sua patria immutabilmente li tratta come propri. Le vostre gioie sono le sue gioie, e le vostre preoccupazioni le sue preoccupazioni». «Abbraccio con lo sguardo dell'anima tutta la mia patria», aveva esordito, dando poi via libera al suo cruccio; al primo posto la memoria corta della nazione. «Ricordiamo il periodo di soggiogamento delle coscienze ha detto -, periodo di disprezzo per la dignità dell'uomo, periodo di sofferenze di tanti uomini innocenti, che decisero di rimanere fedeli alle proprie convinzioni. Ricordiamo l'eminente ruolo svolto in quei tempi difficili dalla Chiesa a difesa dei diritti della coscienza, e non soltanto a vantaggio dei credenti». Ma il Paese è cambiato. Il 60% dei polacchi, secondo un sondaggio, sarebbe contrario alla ratifica del concordato con la Santa Sede. Da un anno manca un ambasciatore polacco in Vaticano. La proposta di legalizzare l'aborto non è passata solo per il «veto» presidenziale imposto da Walesa. E crescono le polemiche contro i gruppi cattolici oltranzisti che hanno il loro riferimento nel primate Glemp. Un quadro ben diverso da quello immaginato da Wojtyla, quando a milioni riempivano parchi e piazze per le sue messe. «Quei tempi di grande prova per le coscienze devono essere ricordati, affinché le coscienze dei polacchi non cedano alla demoralizzazione, affinché non si arren¬ dano alle correnti del permissivismo morale». Già nel '91 Wojtyla sgridò i polacchi, ubriachi di Occidente. Ma oggi è più preoccupato: «Nonostante le apparenze, i diritti della coscienza vanno difesi anche oggi. Sotto l'insegna della tolleranza si diffonde, infatti, nella vita pubblica e nei mezzi di comunicazione di massa, un'intolleranza sempre più forte. I credenti lo risentono dolorosamente. Essi avvertono crescenti tendenze alla loro emarginazione nella vita sociale: si deride, a volte, e si schernisce ciò che per loro è più sacro. Queste forme di ritornante discriminazione destano inquietudine e fanno molto pensare». E ha concluso con un grido forte: «Il tempo di prova per le coscienze dei polacchi continua!». Marco Tosatti Messa a Skoczow, sua città d'origine «I media smettano d'irridere la fede» Il Papa in lacrime alla messa di ieri a Skoczow e i fedeli con uno striscione di Solidarnosc

Luoghi citati: Bielsko Biala, Cracovia, Polonia, Roma, Skoczow, Solidarnosc