Ingrao: 3 sì sui quesiti sindacali di Pietro IngraoGuido TibergaPietro Ingrao

«Troppe consultazioni» LA POLITICA A 80 ANNI Una tessera onoraria come regalo di compleanno al leader «scomodo» Ingrao: 3 sì sui quesiti sindacali «E la Fiom deve anche occuparsi di ecologia» TTORINO RE sì. Bisogna votare tre sì». Pietro Ingrao non ha dubbi, anche se la sua posizione sui referendum sindacali non piace a Claudio Sabattini e ai dirigenti della Fiom che hanno appena celebrato i suoi 80 anni offrendogli la tessera onoraria del sindacato metalmeccanico. Ingrao è ancora sul palco della Camera del Lavoro di Torino, acclamato dagli applausi che hanno sommerso un intervento pungente, con qualche stoccata di ironia. Applausi sinceri, che hanno zittito le poche, pochissime voci contrarie in platea. «All'interno di una sinistra fortemente in ritardo voi siete una setta aristocratica - ha scherzato l'ex presidente della Camera -. Ma dovete farvi più presuntuosi. Dovete rivolgervi di più al Paese e spiegare che cosa è fisicamente un contratto. Dovete dire alla gente: guardate che stanno toccando uno dei grandi approdi di questo secolo...». Ai referendum bisogna votare sì, insiste Ingrao. «Non sono sicuro, purtroppo, che la legge che è arri¬ vata adesso all'esame della Camera risolva nel modo migliore i problemi posti da questi referendum spiega -. Se verrà fuori una buona legge, tanto meglio. Ma se la legge non sarà buona, la proposta da fare ai lavoratori è di votare sì ai tre referendum che riguardano la democrazia nel mondo del lavoro e nel sindacato. Non è in gioco il sindacato, ma il rapporto tra i lavoratori e le decisioni che li riguardano...». A festeggiare Ingrao, alla sede della Cgil torinese, c'erano l'ex segretario generale Bruno Trentin, lo stato maggiore della Fiom (il leader nazionale Sabattini e quello piemontese Cremaschi), gli accademici Luciano Gallino e Marco Revelli. Una festa particolare, preceduta da un paio d'ore di dibattito su un tema ostico come «Lavoro e post-fordismo». A Trentin, che faceva notare come la crisi del sistema produttivo tradizionale non significava automaticamente il suo superamento, Ingrao replicava con una battuta: «Anche a me tutti questi "post" non piacciono». A Sabattini, che ricordava come la sinistra italiana abbia sempre trascurato i problemi del lavoro, Ingrao rispondeva invitando la Fiom ad essere più coraggiosa, a non «limitarsi ai confini del produrre, per mettere nella strategia grandi temi come l'ecologia o il femminismo». L'ex deputato del pei ha toccato anche temi concreti. «I sabati lavorativi? Io non mi sento di criticare chi ha accettato l'accordo in nome di uno stipendio più pesante. Ma la richiesta di lavorare il sabato e a volte la domenica tocca qualcosa che non è monetizzabile: i luoghi della convivenza e della vita affettiva». Alla fine la consegna della tessera Fiom, tra sorrisi, battimani e lacrime di commozione. «E' il riconoscimento più bello che potessi avere per il mio legame con il movimento operaio e le sue lotte. Una carta d'identità straordinaria per chi, come me, è e resta comunista». E i tre sì? «Diciamo che Ingrao ha voluto dimostrare la sua libertà», dice il segretario piemontese Giorgio Cremaschi. Sorridendo, ma non troppo. Guido Tiberga Pietro Ingrao

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