«lo vittima di un complotto» di Susanna Marzolla

Interno Sul <<rinvio>> decide il gip Paparella, ma il processo potrebbe finire a Brescia «lo, vittima di un complotto» Berlusconi: giustizia usata a fini politici MILANO. Silvio Berlusconi non demorde: per lui è sempre valido l'assioma «inchiesta giudiziaria su di me = complotto politico ai miei danni». Ecco infatti che esterna sull'argomento da Milano 2 dove, in un hotel, ha incontrato i neoeletti di Forza Italia nelle amministrazioni locali: «E' troppo chiara l'ingiustizia - dice -.E' troppo chiaro l'utilizzo della Giustizia per fini politici». Tanto chiara che, secondo lui, la richiesta di rinvio a giudizio potrebbe «influire positivamente, per quello che ci riguarda» nella campagna elettorale sui referendum. Poi polemizza nuovamente sulla presunta «inesistenza» di elementi a suo carico: «Non c'è nulla di vero - sostiene - C'è soltanto il disperato tentativo di chi ha capito di aver fatto un grosso errore e deve cercare di giustificarsi. Ma l'errore è lì, grave, e denota grande irresponsabilità da parte di chi l'ha commesso». Parole, queste, che lasciano del tutto indifferenti i magistrati della procura milanese (owerossia i presunti autori dell'«errore»), abituati da oltre un anno alle accuse di Berlusconi di essere «politicizzati», «toghe rosse» e così via. Loro fanno capire di essere tranquilli, di aver raccolto materiale più che sufficiente perché il gip accolga la loro richiesta di mandare Berlusconi sotto processo. Il gip che da ieri ha nome e cognome: Fabio Paparella. Lo stesso che ha già in mano le carte su un'altra inchiesta che riguarda il leader di Forza Italia: l'accusa di frode fiscale per la compravendita di terreni a Macherio. Paparella deve infatti decidere sia sulla perizia contabile, chiesta dei legali di Berlusconi, sia su un'altra istanza presentata dalla difesa e che riguarda la presunta «irregolarità» della perquisizione au'immobiliare Idra (su questo punto l'udienza è fissata al 12 giugno). Ovvio che l'inchiesta più delicata, per Paparella, resta quella che gli è arrivata proprio ieri, sul futuro processo a Berlusconi, a suo fratello Paolo, al manager Fininvest Sciascia e ad un nutrito gruppo di finanzieri. Compreso il generale Giuseppe Cerciello. Ed è la presenza di quest'ultimo elemento che mette in forse la competenza milanese. «Sarà un bel processo», avevano detto ieri in procura, ma non è affatto detto che siano loro a rappresentarvi l'accusa. Cerciello aveva infatti chiesto e ottenuto di essere processato a Brescia, per altri episodi; il suo legale, Carlo Taormina, ha già prtannunicato che - una volta deciso il rinvio a giudizio - farà analoga istanza in Cassazione. Faranno altrettanto i legali di Berlusconi? L'avvocato Ennio Amodio, al momento, lo ha escluso, spie- gando però che, nei fatti, la richiesta di Taormina basta per tutti: «Il trasferimento di Berlusconi a Brescia sarebbe automatico, se la Cassazione ribadirà il principio che ha già espresso». Per ora Amodio ha ipotizzato soltanto una denuncia per violazione del segreto d'ufficio: «Stiamo valutando - dice - ricostruiremo il percorso della richiesta di rinvio a giudizio, che abbiamo saputo solo dai giornali». Una richiesta che - il legale non lo nasconde - ha colto di sorpresa sia Berlusconi che i suoi avvocati: «Una settimana fa i magistrati mi avevano detto che avrebbero chiesto la proroga. Poi hanno cambiato idea». Perché? Secondo il legale «non sono emersi altri indizi», ma la curiosità potrebbe essere soddisfatta leggendo il testo della richiesta. Ma neppure Amodio - che ieri ha fatto più volte la spola tra la procura e l'ufficio del gip - è riuscito ad averne copia. E mentre la curiosità è puntata su questa richiesta, in procura si lavora su altri fronti dell'inchiestaFininvest. In particolare Publitalia: Walter Crippa è tuttora latitante, ma Giampaolo Prandelli, vicedirettore, sta in carcere ad Asti e sarà presto interrogato. Susanna Marzolla

Luoghi citati: Asti, Brescia, Macherio, Milano, Taormina