Referendum il giorno della rottura di F. Martini

Fuga nel terrore, con lo spettro Aids La «leggina» anticipava la riforma antitrust. Ma i contatti proseguono in commissione Referendum, il giorno della rottura Forza Italia boccia la nuova proposta pds-Lega ROMA. Il giorno della verità è diventato il giorno della rottura. L'accordo per evitare i referendum «televisivi» è praticamente saltato. Massimo D'Alema chiama in causa la Lega. «Se Bossi si oppone - dice il segretario del pds - tutto diventa più difficile, non è possibile la procedura accelerata dell'iter legislativo e bisognerebbe andare in aula...». Senza Bossi, insomma, rinuncia all'accordo. E anche Silvio Berlusconi cambia ancora tattica. Nel pomeriggio, il presidente dei deputati «forzisti» Vittorio Dotti fa diffondere un comunicato che è una fucilata sui tentativi di trovare un accordo: il centro-sinistra tenta «una sommaria sentenza capitale contro la Fininvest» e dunque «non resta che lasciare il giudizio e il voto agli italiani». Conferma Berlusconi: «Ho sempre ritenuto che un accordo sarebbe stato difficile, perché ci vuole buona fede da entrambe le parti: sono sempre stato scettico, e ancora una volta ho avuto ragione». F. Martini A PAG. 3

Persone citate: Berlusconi, Massimo D'alema, Silvio Berlusconi, Vittorio Dotti

Luoghi citati: Roma