Emma si fa goffa per diventare Dora di Fulvia Caprara

Emma si fa goffa Emma si fa goffa per diventare Dora CANNES DAL NOSTRO INVIATO Intellettuale, ironica, luminosa e attraente anche se non precisamente bella secondo i canoni più tradizionali: Emma Thompson, vincitrice dell'Oscar per l'interpretazione del personaggio di Margaret Schlegel in «Casa Howard», moglie dell'attore e regista Kenneth Branagh, laureata in Letteratura inglese all'Università di Cambridge (nell'82), ha recitato con gran passione la parte della pittrice inglese Dora Carrington. Una donna lontana dalle convenzioni e dai pregiudizi, in lotta con se stessa e perennemente alla ricerca della libertà. Quale aspetto della personalità della protagonista di «Carrington» l'ha attratta maggiormente? «Dora è un tipo molto complicato, profondamente segnata dal suo retroterra e dai suoi familiari, piena di contraddizioni, dotata di una gran presunzione, di carisma e anche di una forte sensualità. Ma allo stesso tempo ossessionata da una specie d'insofferenza verso il proprio corpo. Un'artista e una persona che voleva "esistere" oltre l'anonimato e che ha continuato per tutta la vita a ribellarsi contro i pregiudizi, soprattutto quelli riguardanti le donne». Per calarsi nei panni di Carrington ha tagliato i capelli, li ha tinti e ha anche acquistato una particolare andatura goffa, una specie di pesantezza nel muoversi... «Dora non mi somiglia affatto, non sono uguale a lei in nulla, perciò portarla sul grande schermo è stata una vera sfida. Mi sono molto documentata sul personaggio, e poi, durante le riprese, senza pensarci troppo, ho lasciato che il mio corpo, a poco a poco, si adattasse al suo». La Carrington è una donna che lotta contro i tabù e contro certe convenzioni tipiche del mondo femminile. Ce ne sono ancora oggi, e quali? «Certo, per esempio il "diktat" secondo cui la donna dev'essere magra. E per piacere agli uomini deve privarsi. Perché gli uomini hanno molta paura delle donne con grandi appetiti. Tanto peggio per me che adoro mangiare, bere, vivere, amare. Fortunatamente anche Kenneth è fatto così, ha dei grossi appetiti». Ultimamente non le è capitato, ma le piacerebbe tornare a lavorare con suo marito? «Effettivamente in "Franken¬ stein", a meno che non si fosse deciso di affidarmi la parte del mostro, non c'era un ruolo adatto a me... A parte gli scherzi, è chiaro che mi piacerebbe molto tornare a lavorare con Kenneth: insieme ci divertiamo talmente tanto!». A che punto è il suo progetto di portare sul grande schermo il romanzo di Jane Austen «Sense and sensibility»? «Ci sono voluti quattro anni di lavoro, ma alla fine sono riuscita a portare a termine la sceneggiatura del film che sarà dù-etto da Ang Lee». Fulvia Caprara La Thompson: «E' stata una vera sfida, un bel personaggio che non mi somiglia affatto» Emma Thompson. Nella foto grande l'attrice è con Steven Waddington, in una scena del film